Quasi pronto il decreto rinnovabili 2, fa sapere il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Dario Galli rispondendo ad un’interrogazione parlamentare. E oltre alle agevolazioni per la geotermia, conterrà anche quelle per le biomasse.
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Mentre l’iter del primo decreto per incentivare le fonti rinnovabili è in dirittura d’arrivo - stando alle previsioni gli incentivi saranno operativi entro marzo - il secondo decreto FER sarebbe quasi pronto.
Si tratta del cosiddetto FER 2, il prossimo provvedimento che avrà il compito di regolare l’accesso agli incentivi per le fonti rinnovabili. Includendo, in base alle promesse e agli annunci del Governo, incentivi rivolti alle grandi escluse dal precedente testo, in primis la geotermia.
Sul nodo delle agevolazioni all’energia geotermica si è svolto un vero e proprio scontro tra Governo e Enti locali negli scorsi mesi, culminato nella bocciatura del decreto FER da parte delle Regioni a dicembre.
Esclusione motivata dal Governo con la volontà di supportare, in un primo momento, le tecnologie più mature, con un basso livello di costi e in grado di competere sul fronte della neutralità tecnologica. Con la rassicurazione che gli incentivi per la geotermia avrebbero trovato spazio nel decreto successivo, il FER 2 appunto.
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E nel nuovo provvedimento finiranno anche gli incentivi per le biomasse, fa sapere il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Dario Galli rispondendo ad un’interrogazione parlamentare.
L’interrogazione chiedeva di rivalutare la possibilità di incentivi per l’utilizzo delle biomasse a fini energetici, soprattutto termici, e di tenere in considerazione l’enorme disponibilità di scarti agro energetici, provenienti dai settori alimentare e industriale che oggi costituiscono un costo di smaltimento, oltre all’emissione di CO2 dovuta dalla loro fermentazione.
Saranno proprio questi i co-destinatari del nuovo round di incentivi, ha spegato Galli. “La mancata considerazione delle biomasse nel decreto FER 1 discende dal fatto che si è inteso, con tale decreto, promuovere le sole fonti più mature e vicine alla competitività”, precisa il sottosegretario.
“Si è ritenuto rinviare a un secondo e specifico decreto, in fase di completamento, la valutazione del sostegno alle fonti più innovative e costose, tra le quali, appunto le biomasse classificabili come scarti e sottoprodotti”.
“Sotto questo aspetto – conclude Galli – potranno essere presi in considerazione gli impianti con dimensioni e caratteristiche funzionali alle esigenze delle aziende del settore agroindustriale e forestale, e con tariffe che considerino quanto si è inteso segnalare, in considerazione che il mancato uso energetico degli scarti e sottoprodotti costituisce per le aziende un costo, da valutarsi in fase di dimensionamento delle tariffe incentivanti”.