Il decreto di incentivazione delle energie rinnovabili ha ottenuto il via libera del ministero dell’Ambiente ed è stato inviato alla Conferenza Stato-Regioni e all’Autorità dell’energia. Ma su idroelettrico e geotermia rischia di ingolfarsi.
> Decreto rinnovabili - nuove modifiche, testo inviato a Ministero Ambiente
Doveva essere pronto a metà ottobre, ma per il decreto di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili i tempi si sono ulteriormente allungati. E rischia di ingolfarsi nel passaggio alla Conferenza Stato-Regioni.
> Decreto rinnovabili - sara’ pronto a meta’ ottobre
A che punto è il decreto rinnovabili
Il ministero dell'Ambiente ha dato nei giorni scorsi via libera alle proposte di modifica del ministero dello Sviluppo economico rispetto alla prima versione del provvedimento.
Tra le modifiche apportate allo schema di decreto figurano:
- l’aumento del 10% della tariffa incentivante prevista per impianti mini idroelettrici e mini eolici;
- l’inserimento di un ulteriore procedura di asta e registro nel corso del 2021 così da aumentare l’arco temporale di vigenza del decreto e dare maggior certezza agli operatori;
- l’assegnazione del premio sul totale dell’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in amianto o eternit in luogo della sola energia immessa in rete;
- la priorità ad impianti realizzati su discariche chiuse e ripristinate, nonché su aree per le quali risulta rilasciata la certificazione di avvenuta bonifica (su questo punto pare che il ministero dell'Ambiente abbia chiesto un’ulteriore modifica di carattere tecnico);
- l’inserimento di un criterio di salvaguardia tecnologica tale per cui, al verificarsi di condizioni particolarmente sfavorevoli per una fonte in competizione con altre all’interno dello stesso contingente, quest’ultima venga preservata con l’attivazione di un contingente dedicato;
- la possibilità, per impianti idroelettrici ed eolici, di usare componenti rigenerati seppur con una aumentata riduzione della tariffa incentivante;
- la richiesta di cauzioni a garanzia della concreta realizzazione dei progetti iscritti al registro, in misura comunque adeguatamente inferiore alle cauzioni previste per le aste.
Il decreto è stato inviato alla Conferenza Stato-Regioni e ad ARERA.
Idroelettrico e geotermia: decreto a rischio stop?
Ma è probabile che nel passaggio alla Conferenza Stato-Regioni il testo subisca una battuta d’arresto, salvo modifiche sostanziali su due punti, quelli riguardanti l’idroelettrico e la geotermia.
Le preoccupazioni sull’idroelettrico non si sono placate con l’annuncio, da parte del MISE, di aumentare del 10% l’incentivo previsto per gli impianti mini idroelettrici e mini eolici. Il tema, infatti, divide la maggioranza: il senatore Paolo Arrigoni (Lega) ha aspramente criticato il testo definendo inaccettabile l’attacco a questo settore.
“Nonostante reclami e reiterate richieste di modifica alla bozza di decreto rivolte a rappresentanti MISE dalle associazioni di categoria dell'idroelettrico, nello schema trasmesso al ministero dell'Ambiente si prevede un taglio netto della potenza idroelettrica da incentivare e l'esclusione degli impianti mini-idro”, afferma Arrigoni. “L'esclusione dagli incentivi anche di impianti già autorizzati e in possesso di concessione per le quali le imprese stanno pagando i canoni metterebbe in crisi un settore già sofferente e una filiera tutta italiana, che ricomprende anche professionisti e imprese delle costruzioni con ricadute negative sul lavoro”.
Ma c’è anche un altro punto del decreto fortemente criticato: il fatto cioè che vengano rinviati a un successivo provvedimento i regimi di sostegno al geotermoelettrico, così come per fonti e tecnologie che presentano significativi elementi di innovatività nel contesto nazionale, con costi fissi ancora elevati e tempi maggiori di sviluppo, ovvero che hanno costi elevati di esercizio.
Insomma, per geotermia, ma anche eolico offshore, energia oceanica, biomasse, biogas e solare termodinamico si dovrebbe aspettare un nuovo decreto, il cosiddetto FER 2.
Idea mal digerita dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: “una manina ha cancellato la geotermia”, sottolinea il Governatore, “chiediamo di essere convocati dal governo perché venga modificato subito il decreto che ha cancellato la geotermia dalle energie rinnovabili. Se non sarà fatto, ci mobiliteremo unitariamente. Ci mobiliteremo contro un attacco del governo del cambiamento in peggio, che ha deciso di deindustrializzare un intero territorio per un pugno di voti”.
La geotermia convenzionale, denunciano il segretario generale Cisl Toscana, Riccardo Cerza e il segretario regionale della Flaei-Cisl, Graziano Froli, “oggi in Toscana copre oltre il 30% del fabbisogno energetico e da’ lavoro a circa 1.800 persone, tra occupazione diretta e indotto”. La cancellazione del settore dal decreto rinnovabili “per la nostra regione sarebbe un disastro”.
“Sarà l’ennesima mazzata nei confronti di un’energia naturale, rinnovabile e fra le più monitorate dal punto di vista ambientale. La fine degli incentivi, infatti, potrebbe causare il disimpegno dei principali produttori che oggi investono in quest’area oltre 300 milioni di euro all’anno”, concludono Cerza e Froli.