Tutela consumatori - perche’ l’UE se la prende con Airbnb

|Novità|17 luglio 2018

AirbnbPrezzi più trasparenti e clausole più chiare. Sono le richieste avanzate dalla Commissione europea a Airbnb. “La popolarità non può essere una scusa per non conformarsi alle norme UE di tutela dei consumatori”.

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Il radar della Commissione europea punta dritto su Airbnb: il portale ha tempo fino a fine agosto per allineare i termini e condizioni alle norme dell'UE in materia di tutela dei consumatori ed essere trasparente in merito alla presentazione dei prezzi.

“Sono sempre più numerosi i consumatori che prenotano online i loro alloggi per le vacanze e tale settore ha offerto molte nuove opportunità ai turisti. La popolarità tuttavia non può essere una scusa per non conformarsi alle norme UE di tutela dei consumatori. I consumatori devono capire facilmente quanto e per che cosa devono pagare quando acquistano servizi e nei loro confronti vanno applicate regole eque, ad esempio sull'annullamento dell'alloggio da parte del proprietario. Mi aspetto che Airbnb possa presentare rapidamente soluzioni adeguate”, commenta la commissaria UE per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere Věra Jourová.

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Cosa chiede l'UE ad Airbnb

L'attuale presentazione dei prezzi di Airbnb e una serie di disposizioni che applica, infatti, non sono conformi alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali, alla direttiva sulle clausole contrattuali abusive, e al regolamento sulla competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale.

L'autorità europea dei consumatori e la Commissione hanno quindi chiesto ad Airbnb una serie di modifiche sul fronte della trasparenza dei prezzi e della chiarezza delle clausole.

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La presentazione dei prezzi di Airbnb, come pure la distinzione tra attività di accoglienza privata e professionale non soddisfa i requisiti del diritto dell'Unione, in particolare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali

Bruxelles chiede quindi ad Airbnb di:

  • modificare il modo in cui presenta le informazioni sui prezzi a seguito di una ricerca iniziale sul proprio sito web, al fine di garantire che, quando è offerto un immobile al consumatore sia fornito il prezzo totale, comprese tutte le tasse e le tariffe obbligatorie applicabili, come servizio e pulizia, o, quando non è possibile calcolare il prezzo finale in anticipo, sia comunicato in modo chiaro al consumatore che potrebbero applicarsi altri oneri addizionali;
  • indicare chiaramente se l'offerta è fatta da un privato o un professionista, poiché cambiano le norme relative alla protezione dei consumatori.

Inoltre, le condizioni di utilizzo di Airbnb devono essere rese conformi al diritto europeo di tutela dei consumatori.

La direttiva sulle clausole contrattuali abusive stabilisce che clausole e condizioni generali non devono creare un significativo squilibrio tra i diritti e gli obblighi delle parti, a scapito del consumatore. La direttiva dispone inoltre che le clausole siano redatte in modo chiaro e comprensibile affinché il consumatore sia informato dei suoi diritti in modo altrettanto chiaro e comprensibile.

Per quanto riguarda Airbnb, ciò significa, ad esempio:

  • che la società non deve indurre i consumatori ad adire un giudice di un paese diverso da quello del loro Stato membro di residenza;
  • Airbnb non può decidere unilateralmente e senza motivazione quali clausole restano in vigore in caso di risoluzione del contratto;
  • Airbnb non può privare i consumatori dei loro diritti fondamentali a citare in giudizio un soggetto che dà ospitalità in caso di danno personale o altri danni;
  • Airbnb non può modificare unilateralmente le clausole e le condizioni, senza informare chiaramente i consumatori in anticipo e senza dar loro la possibilità di rescindere il contratto;
  • le clausole di utilizzo non possono conferire a Airbnb un potere illimitato e discrezionale di rimozione dei contenuti;
  • la denuncia o la sospensione di un contratto da parte di Airbnb deve essere spiegata ai consumatori, disciplinata da regole chiare e non deve privare il consumatore del diritto ad un congruo indennizzo o del diritto di presentare ricorso;
  • la politica di Airbnb in materia di materia di restituzioni e rimborsi, e la raccolta delle richieste di risarcimento devono essere chiaramente definite e non devono privare i consumatori dei loro diritti di avvalersi dei mezzi di ricorso disponibili.

Infine Airbnb deve fornire sul proprio sito web un link facilmente accessibile per la risoluzione online delle controversie e tutte le informazioni necessarie relative alla risoluzione delle controversie a norma del regolamento ODR.

La società ha tempo fino alla fine di agosto per presentare le relative proposte. Le soluzioni che proporrà per rimediare a questa situazione saranno esaminate dalla Commissione e dalle autorità per la tutela dei consumatori dell'UE. Se non saranno ritenute soddisfacenti, nei confronti di Airbnb potrebbe essere avviata un'azione coercitiva.