I giudici hanno confermato l'esclusione dai finanziamenti Ue per alcune organizzazioni di produttori di pomodori
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Il Tribunale dell'Ue ha respinto il ricorso dell'Italia contro la decisione della Commissione europea di escludere dal finanziamento a carico del Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEAOG), alcuni aiuti concessi per la trasformazione dei pomodori. In ballo ci sono aiuti per oltre 5 milioni di euro.
Lo stop di Bruxelles agli aiuti FEAOG
Nel luglio 2014 la Commissione europea ha bloccato alcuni aiuti concessi nel 2008 dall'Italia a valere sul FEAOG, sezione Garanzia, a favore delle organizzazioni di produttori per la trasformazione dei pomodori, per un totale di 1.399.294 euro.
A motivare la decisione di Bruxelles, il sospetto di “carenze nei controlli amministrativi e contabili” e la “mancata conciliazione dei registri tenuti dalle organizzazioni di produttori e trasformatori con la contabilità imposta dalla legislazione nazionale".
Inoltre, l'Esecutivo ha approvato due rettifiche finanziarie una tantum, l'una del valore di 2.362.006 euro, l'altra da 1.460.977 euro, giustificate dal fatto che lo Stato Italiano avrebbe omesso di fornire informazioni sulle azioni intraprese per il recupero di erogazioni non dovute e avrebbe trascurato di indicare irregolarità nell’erogazione di fondi a favore di alcune imprese coinvolte in procedimenti penali per truffa.
Le decisioni della Commissione sono state contestate dall'Italia con un ricorso presso il Tribunale dell'Unione europea. Sul tema dei controlli amministrativi e contabili, infatti, Roma ha sottolineato l’assenza di prove del fatto che si sia effettivamente verificato un danno e ha difeso i propri sistemi di verifica, alternativi a quelli previsti dall'Ue; quanto alle erogazioni da recuperare e alle altre irregolarità, l'Italia ha sostenuto che i produttori coinvolti sono stati assolti e che gli aiuti erano legittimi.
La sentenza del Tribunale Ue
Le argomentazioni dell'Italia non ha convinto i giudici di Lussemburgo che hanno respinto la richiesta di annullare le decisioni della Commissione.
Come già accaduto per altre cause analoghe in materia di fondi Ue per l'agricoltura, il Tribunale ha sottolineato che l'Esecutivo comunitario non è tenuto a dimostrare puntualmente "l'inadeguatezza dei controlli effettuati dalle amministrazioni nazionali o l'irregolarità dei singoli dati da loro trasmessi, essendo sufficiente che la Commissione offra elementi tali da far sorgere dubbi seri e ragionevoli in merito al sistema nazionale di controlli e verifiche".
Spetta allo Stato membro, che "è in condizione di raccogliere e verificare i dati necessari alla liquidazione dei conti dei fondi in questione", hanno chiarito i giudici, fornire prove circostanziate ed esaurienti della legittimità degli aiuti e dell'effettività dei propri controlli. Controlli che, ha sottolineato la sentenza, devono essere applicati nel rispetto delle norme comunitarie "nella loro integralità".
Quanto all’esito dei procedimenti nei confronti di alcuni soggetti che avevano percepito aiuti, per il Tribunale l’assoluzione dall’accusa penale non risolve il problema delle eventuali irregolarità amministrative nell'erogazione dei finanziamenti, che lo Stato membro è tenuto comunque a verificare.
Author: NicoMangialardo / photo on flickr