Per la direzione del Fondo l'ipotesi di un austriaco. Mentre salta la candidatura dell'italiano Alessandro Carano
Un direttore austriaco, affiancato da una vice bulgara. E nessuna posizione di rilievo per l’Italia, nonostante l’alto funzionario della BEI Alessandro Carano fosse da settimane accreditato come uno dei candidati più autorevoli per una poltrona di vertice. Il piano Juncker sta entrando in una delle sua fasi cruciali: la nomina di chi dirigerà il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi). La partita è ancora lunga, dal momento che manca il via libera del Parlamento. Ma, al momento, l’Italia sembra tagliata fuori.
La procedura di nomina
La procedura prevede che il comitato direttivo del piano Juncker, formato da membri della Banca europea per gli investimenti e della Commissione europea, indichi i suoi candidati per le posizioni di vicedirettore e direttore. Il secondo passaggio è un’audizione in Parlamento, durante la quale i deputati potranno svolgere semplicemente una funzione consultiva. Subito dopo ci sarà la nomina finale che, se non ci saranno clamorosi ribaltoni, pare già segnata.
Un austriaco sulla poltrona più alta
Alla guida della struttura che avrà la guida operativa del Fondo, allora, dovrebbe arrivare Wilhelm Morterer: austriaco, già vicecancelliere e ministro delle Finanze, è attualmente vicepresidente della BEI, nonché membro del suo comitato di gestione. Insomma, la sua nomina è da leggere in collegamento al ruolo forte che la Banca europea degli investimenti e il suo presidente Werner Hoyer hanno intenzione di svolgere nella gestione del Fondo Efsi.
Un italiano per la vicepresidenza
Più complessa la partita del vicepresidente. Per quella poltrona erano stati fatti parecchi nomi, tra i quali compariva l’italiano Alessandro Carano. Si tratta di un alto funzionario della BEI che, da novembre scorso, sta svolgendo funzioni di super consulente nell’organizzazione del piano, aiutando il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen nel suo giro di promozione in Europa.
Ostacoli alla candidatura
La sua candidatura, secondo molti osservatori, era quella tecnicamente più accreditata, tanto che lo stesso Parlamento europeo, in via riservata, si sarebbe espresso a favore del suo approdo sulla seconda poltrona dell’Efsi. Così non sarà, però, e probabilmente la nazionalità italiana è stata per Carano più uno svantaggio che altro. Anche se il funzionario ha sottolineato in più occasioni il suo profilo di tecnico, slegato da collegamenti politici, la sua promozione sarebbe stata per molti un favore al Governo Renzi e a un paese interessatissimo agli sviluppi del piano Juncker.
L'opzione bulgara
Al suo posto, allora, dovrebbe arrivare, secondo quanto ha proposto il comitato direttivo, la bulgara Iliyana Tsanova. Anche lei è stata vicepremier del suo paese e ministro alla gestione dei fondi Ue. La sua candidatura è da spiegare con il forte collegamento con i vertici della Commissione: la vicepresidente Kristalina Georgieva avrebbe fortemente sponsorizzato il suo approdo all’Efsi. A conti fatti, dunque, ci sarebbe un presidente espresso dalla BEI e un vice indicato dalla Commissione.
Tutto da confermare in Parlamento
Non è detto, comunque, che tutto si chiuda seguendo questo schema così lineare. Le audizioni in Parlamento saranno delicatissime, perché il ticket partorito dalla Commissione e dalla BEI va contro le ipotesi fatte dai deputati nei giorni scorsi. A sorpresa potrebbe riemergere, all’ultimo secondo, la candidatura di Carano o potrebbe saltare fuori un possibile outsider, come un candidato spagnolo: da più parti l’ipotesi di un rappresentante di Madrid, per riequilibrare la mancata presidenza dell’Eurogruppo, veniva fino a pochi giorni fa considerata la più accettabile.
Link
Piano Juncker - Parlamento Ue, sì all'Efsi
Piano Juncker - accordo per investimenti Cina in Ue