
Flessibilità è una parola ricorrente nei negoziati degli ultimi mesi tra Roma e Bruxelles, soprattutto nel dialogo in corso sulla revisione del PNRR.
Nel caso del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per salvare i fondi a disposizione e mettere a terra i progetti il concetto di flessibilità si traduce nella strategia dei vasi comunicanti, come la indicano in molti. Una strategia ribadita in moltissime occasioni dal ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, che consiste nell’impiego integrato di PNRR, fondi strutturali 2021-27 e Fondo sviluppo e coesione (FSC). In pratica, Palazzo Chigi intende far transitare i progetti del Recovery più in ritardo nella programmazione della Politica di coesione europea e nazionale, che nel caso dei fondi UE si chiude al 31 dicembre 2029 e non ha scadenza nel caso del FSC.