Entro il 2036 in Italia saranno realizzate opere per 300 miliardi di euro, con priorità al Sud. All'appello mancano ancora 79,5 miliardi che il MIMS punta a trovare tra il Fondo di sviluppo e coesione, i nuovi finanziamenti europei 2021-2027 e le prossime leggi di bilancio.
Infrastrutture resilienti: è tempo di ripensare la valutazione costi-benefici
A dirlo l’Allegato Infrastrutture, mobilità e logistica al Documento di Economia e Finanza (DEF) 2022, presentato ieri dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini.
Un documento strategico per il futuro del Paese che, programmando gli interventi al 2036, si pone in continuità con le opere del PNRR, allungando l’arco temporale di programmazione di ben 10 anni.
Le priorità del DEF Infrastrutture 2022
Quattro le priorità elencate da Giovannini, che si rincorrono in tutto il documento. La prima è la riduzione dei divari non solo tra Nord e Sud, ma anche tra città e aree interne.
Presenti inoltre, in un gioco di sinergie e complementarietà:
- La competitività del sistema economico, anche tramite il rafforzamento del suo posizionamento internazionale;
- La lotta ai cambiamenti climatici, grazie ad una trasformazione del sistema della mobilità nel segno della sostenibilità ambientale e la messa in sicurezza delle risorse idriche e delle altre infrastrutture che debbono diventare più resilienti e più sostenibili;
- L’aumento della sicurezza e del benessere delle persone, anche attraverso la riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico e la rigenerazione urbana.
Opere e risorse economiche nel DEF 2022
Come spiegano dal ministero, il DEF 2022 vale circa 300 miliardi di euro. La fetta maggiore è destinata al Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT). Il resto, viene diviso tra le infrastrutture idriche e l’edilizia sostenibile.
Grazie al PNRR e al Fondo Complementare, una grossa fetta degli interventi ha già una copertura finanziaria. Tuttavia mancano all’appello ancora 79,5 miliardi di euro. Una cifra certo ragguardevole ma su cui va evidenziato un dato significativo: rispetto al DEF Infrastrutture 2021, infatti, il fabbisogno di ulteriori risorse è sceso del 6%, grazie agli stanziamenti fatti in questi mesi dal governo che, soprattutto nella legge di bilancio 2022, ha previsto risorse significative per gli investimenti infrastrutturali.
Se a questo dato si aggiunge che, contemporaneamente alla riduzione del fabbisogno residuo, è aumentato dell'8% il valore economico complessivo degli investimenti, la fotografia che ne viene fuori è che il governo stia puntando con decisione a colmare il gap di risorse che ancora mancano per assicurare la completa attuazione del piano infrastrutturale del Paese.
Nel prossimo futuro dovremmo quindi attenderci una nuova iniezione di risorse che arriveranno da fonti nazionali ed europee: i nuovi fondi europei 2021-2027, il Fondo di sviluppo e coesione e le prossime leggi di bilancio.
Le opere previste dal DEF 2022
Le infrastrutture di trasporto e la logistica
Spostandosi sul piano delle opere vere e proprie previste dal DEF infrastrutture 2022, come già accennato, la parte del leone la fanno i trasporti e la logistica.
Per quanto riguarda le ferrovie, l’attenzione sarà focalizzata su: il potenziamento dei servizi passeggeri a lunga percorrenza, l'integrazione ed il potenziamento delle linee dedicate al trasporto regionale, lo sviluppo del traffico merci.
Gli investimenti sulla rete stradale e autostradale puntano invece alla messa in sicurezza, al potenziamento tecnologico e digitale, e alla valorizzazione del patrimonio esistente. Per la portualità e la logistica il DEF mira al potenziamento delle infrastrutture portuali e retroportuali, alla loro trasformazione in senso ecologico, all’interconnessione ferroviaria.
Infine ampio spazio alla mobilità urbana sostenibile e allo sviluppo della ciclabilità.
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Le infrastrutture idriche
Sul fronte degli investimenti per le infrastrutture idriche, l’obiettivo primario è la sicurezza della risorsa “acqua” che il DEF intende assicurare tramite “interventi finalizzati a rendere le infrastrutture idriche primarie efficienti e resilienti al cambiamento climatico mediante un programma straordinario di manutenzione e il completamento dei sistemi idrici ancora incompiuti, soprattutto nel Mezzogiorno, al fine di aumentare la risorsa disponibile di quasi 700 milioni di m3 da destinare all’uso irriguo, potabile, idroelettrico e di protezione dei territori a valle”, spiegano dal MIMS.
Gli investimenti per l’edilizia pubblica
Infine ampio spazio agli investimenti per lo sviluppo e la riqualificazione dell’edilizia pubblica, “orientati al miglioramento della qualità dell’abitare, all’aumento delle superfici residenziali (450.000 mq) e all’efficientamento energetico e all’adeguamento sismico delle strutture esistenti, all’edilizia giudiziaria e penitenziaria, per ridurre l’affollamento nelle carceri”, si legge sempre nella nota del ministero.
Consulta il DEF Infrastrutture 2022
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