Si accendono i motori della nuova edizione del bando “Investimenti sostenibili 4.0”, la misura con cui da qualche anno il MIMIT sostiene gli investimenti produttivi in innovazione e sostenibilità nelle imprese del Mezzogiorno. A disposizione per il nuovo avviso ci sono oltre 300 milioni di euro, che saranno assegnati mediante una procedura valutativa con procedimento a sportello.
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L’annuncio dell'adozione del decreto relativo al nuovo bando Investimenti sostenibili 4.0 da parte del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso è arrivato il 22 gennaio, a distanza di tre mesi dall'ultima iniezione di risorse a favore dell'edizione 2023 del bando, partito con una dotazione di 400 milioni e arrivato a tarare un miliardo di euro.
Segno del grande interesse delle imprese verso questa misura, che l’anno scorso ha visto chiudersi lo sportello a poche ore dall'apertura ed è stata rifinanziata dal MIMIT due volte per scorrere la graduatoria che si era formata.
Cosa finanzia il bando Investimenti sostenibili 4.0 per le PMI del Mezzogiorno
Investimenti sostenibili 4.0 fa capo all’Azione 1.3.2 del PN RIC 2021-2027, il Programma nazionale che ha l’obiettivo di sostenere gli investimenti per la transizione verde e digitale del paese, favorendo il dialogo tra imprese e mondo della ricerca.
Come già accennato, l’intervento si rivolge in particolare alle Regioni meno sviluppate target del PN RIC 2021-2027, cioé Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Il suo obiettivo è, infatti, sostenere il processo di transizione delle piccole e medie imprese nelle regioni del Mezzogiorno mediante la concessione di incentivi a sostegno di investimenti imprenditoriali innovativi, che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali, secondo il Piano Transizione 4.0.
I progetti che possono accedere all’incentivo statale devono quindi prevedere l’utilizzo di tecnologie abilitanti (come il cloud o la realtà virtuale) per ampliare la capacità produttiva, diversificare la produzione, realizzare nuovi prodotti, modificare il processo di produzione già esistente o realizzare una nuova unità produttiva.