Piano Juncker - impatto su Italia per 40 miliardi entro il 2020

|Studi e Opinioni|11 novembre 2015

Il piano Juncker, per l’Italia, vale complessivamente circa tre punti di Pil solo dal lato delle infrastrutture. Lo dice uno studio appena pubblicato dal Centro Arcelli per gli studi monetari e finanziari (Casmef) della Luiss insieme a Deloitte financial advisory.

I modelli econometrici, basati sulle cifre emerse finora, già dicono quale potrà essere a grandi linee l’impatto che lo schema di garanzie attivato da Bruxelles avrà sull’economia italiana. Arrivando a un valore complessivo in investimenti di poco superiore ai 28 miliardi di euro. Che significano un impatto pari a 40 miliardi di euro sull’economia. Solo la parte riservata alle reti di trasporto, invece, peserà circa 16 miliardi totali. Anche se c’è una cattiva notizia: per vedere tutte le ricadute del piano bisognerà aspetterà fino al 2020.

Il ritardo delle infratrutture italiane

Lo studio analizza lo stato delle infrastrutture italiane e il ritardo che è stato accumulato nel periodo di crisi sotto il profilo degli investimenti. In totale, abbiamo perso circa cinque punti e mezzo di Pil dal 2008 ad oggi; per ritornare in linea con la media europea dovremmo mettere sul piatto risorse per 140 miliardi di euro. Sono soldi che non abbiamo e che sarebbe possibile convogliare solo grazie a un potenziamento forte degli investimenti dei privati. In questa chiave, un ruolo molto importante potrà essere svolto dal piano Juncker, con i suoi 21 miliardi di garanzie pubbliche.

I numeri del piano

Secondo la ricerca, dei 315 miliardi che la Commissione ipotizza di movimentare tramite lo schema di garanzie, 75 saranno usati per le piccole e medie imprese, mentre 240 saranno dedicati agli investimenti infrastrutturali. “Inutile dire che la quota italiana di questi fondi non possa essere definita in anticipo”, spiega lo studio.

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