L’istituzione di un’ulteriore zona franca nell’economia di un paese è associata all'aumento del valore dei prodotti contraffatti esportati. Lo rivela una nuova relazione dell’EUIPO e dall’OCSE sul commercio di prodotti contraffatti e zone franche.
L’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) hanno realizzato uno studio con l'obiettivo di fornire dati aggiornati riguardo all'uso improprio delle zone di libero scambio finalizzato al commercio di prodotti contraffatti e usurpativi.
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La ricerca integra uno studio del 2016 dell’EUIPO e dell’OCSE - in base al quale il valore dei prodotti contraffatti era stimato pari al 2,5% del commercio mondiale, arrivando a totalizzare 338 miliardi di euro - e fa seguito a una seconda relazione congiunta EUIPO-OCSE, uscita a giugno 2017, contenente una mappatura delle rotte mondiali del commercio di prodotti contraffatti, nella quale si evidenziava l’importanza di quattro punti di transito (Albania, Egitto, Marocco e Ucraina) usati per introdurre falsi nell’Unione europea.
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