Con l'aiuto di un report di SACE analizziamo il progetto cinese della Nuova via della Seta, con un focus sui rischi da scongiurare e le occasioni da sfruttare per le imprese italiane.
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OBOR: obiettivi e numeri del progetto
La Belt & Road Initiative - spiega SACE, società operante nell'export credit che insieme a SIMEST forma il Polo per l'Internazionalizzazione del Gruppo Depositi e Prestiti (CDP), nel suo studio dal titolo "One Belt One Road: ultimo treno per Pechino" dedicato alla Nuova via della Seta - è un progetto strategico lanciato dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013 che prevede la creazione due corridoi:
- un corridoio terrestre (One Belt) che interessa tutti i Paesi situati lungo la Via della Seta originale, attraverso Asia centrale, Asia occidentale, Medio Oriente, Russia ed Europa. In più, la nuova rotta collegherà la Cina all'Asia meridionale e al Sud-Est asiatico,
- un corridoio marittimo (One Road), sulla base della Via della Seta Marittima del XXI secolo, che va dalle coste della Cina verso l'Europa attraverso il Mar Cinese meridionale e l'Oceano Indiano, in un verso, e dalla costa della Cina attraverso il Mar Cinese meridionale e il Pacifico meridionale, nell'altro.
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L’iniziativa, spesso chiamata OBOR (acronimo del nome ufficiale del progetto: One Belt, One Road), punta a collegare Cina e Europa, si legge nel documento di SACE, sia attraverso “collegamenti fisici”, garantiti dalla costruzione di nuove infrastrutture, che tramite la creazione di “un’area di cooperazione politica ed economica” tra le economie mondiali coinvolte.