Dopo la pubblicazione del Dpcm relativo al primo stralcio del Piano nazionale Invasi, da 260 milioni di euro, MIT e Regioni hanno raggiunto un accordo sui criteri di ripartizione delle risorse per la predisposizione degli ulteriori stralci del Piano nazionale per il settore idrico.
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Si tratta in tutto di 540 milioni di euro, che saranno ripartiti a breve con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.
Il Dpcm sul primo stralcio del Piano Invasi
Obiettivo del decreto approdato in Gazzetta ufficiale la scorsa settimana è accelerare la programmazione e la realizzazione degli interventi per la mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e promuovere il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche. 57 gli interventi previsti, di cui 30 a valere sui 200 milioni previsti dalla legge di Bilancio 2018 e 27 a valere sui 60 milioni stanziati dalla manovra 2019.
Nel primo elenco rientrano ad esempio il rifacimento dell'adduttrice del sistema idrico integrato dell'Ato 5 di Ascoli Piceno, nelle Marche, per un importo di 27 milioni, i 20 milioni destinati ai lavori di adeguamento dello sbarramento antisale alla foce dell'Adige con bacinizzazione del fiume per il contenimento dell'acqua dolce a monte in Veneto e le opere di adduzione primaria dal serbatoio sul fiume Chiascio in Umbria, per un valore di 17,2 milioni di euro.
Nel secondo elenco rientrano sia lavori, come quelli relativi all'invaso a supporto dell’impianto di irrigazione a goccia nel comune di Villareggia, in provincia di Torino, da 6,5 milioni, che la copertura di spese di sola progettazione, come nel caso della Diga Blufi in Sicilia, per un importo di 4,8 milioni di euro.
Tra le principali opere che saranno realizzate o completate figurano inoltre:
- la messa in sicurezza del sistema acquedottistico Marcio-Peschiera a servizio di Roma Capitale;
- i lavori della diga di Baganza a protezione di Parma;
- la messa in sicurezza del Lago d’Idro in Lombardia;
- la derivazione della diga di Badana in Liguria;
- i lavori di completamento dello scarico di superficie della diga di Maccheronis in Sardegna;
- l’adduttore di Ponte Liscione in Molise.
Per ciascuna opera è prevista la sottoscrizione di una convenzione tra la Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del MIT e il soggetto realizzatore, che disciplinerà condizioni, termini e modalità di intervento.
I soggetti realizzatori potranno avvalersi di enti pubblici e società in house dello Stato, dotati di specifiche competenze, per le attività di supporto tecnico-amministrativo alla realizzazione della progettazione ed esecuzione degli interventi. In caso di inerzia o di inadempimento nella realizzazione delle opere si applicherà la procedura prevista dall’art. 1, comma 525, della legge di Bilancio 2018.
Il presidente del Consiglio dei Ministri potrà quindi nominare un commissario ad acta, che eserciti i necessari poteri sostitutivi di programmazione e realizzazione delle opere e definisca le modalità, anche contabili, di intervento. Gli oneri per i compensi dei commissari ad acta saranno posti a carico delle risorse destinate agli interventi.
Convenzione MIT-Sogesid
Per assicurare un celere inizio delle opere, il 24 giugno si è svolta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la prima riunione con tutti soggetti attuatori, durante la quale sono stati approfonditi il cronoprogramma di spesa e le modalità attuative degli interventi.
Inoltre, è stata firmata la convenzione tra il MIT e la Sogesid SpA, società in house del Ministero, che fornirà il supporto tecnico-specialistico per l’attuazione del Piano.
In prima battuta Sogesid si occuperà di mappare lo stato di attuazione degli interventi e verificare la documentazione presente in archivio sulle opere di derivazione, con l’obiettivo di informatizzare gli atti di oltre cinquecento infrastrutture idriche di competenza del MIT tramite attività di analisi e digitalizzazione documentale.
La convenzione, firmata dal direttore generale del MIT per le dighe e infrastrutture idriche, Ornella Segnalini, e dal presidente e Ad di Sogesid, Enrico Biscaglia, avrà una durata di 24 mesi.
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Ok a ripartizione risorse Piano nazionale
Il documento per la predisposizione degli ulteriori stralci del Piano nazionale per il settore idrico è stato invece redatto da un tavolo tecnico-politico tra i Ministeri delle Infrastrutture, dell'Ambiente, dell'Agricoltura, dei Beni culturali e dell'Economia, le Autorità di Distretto, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente e le Regioni. I parametri concordati sono 13, di cui dieci di carattere quantitativo e tre qualitativo.
I nuovi criteri di valutazione permetteranno di individuare le opere prioritarie da realizzare all’interno di ciascuno dei sette distretti per potenziare le infrastrutture idriche e mitigare i danni connessi alla siccità, mentre quelli di ripartizione delle risorse garantiranno che ciascun distretto ottenga fondi adeguati al diverso fabbisogno idrico - ripartito tra industria (21,30%), idropotabile (22,50%) e agricoltura (56,20%) - e alla quantità di opere in esercizio e di metri cubi di acqua invasata a scopo irriguo e potabile.
I 540 milioni di euro disponibili saranno quindi assegnati alle sette Autorità di distretto nell'ambito della versione definitiva del Piano nazionale, che sarà approvata a breve.
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