Alla vigilia del primo anniversario di Resto al Sud, l'ad di Invitalia fa il punto sui risultati ottenuti. E commenta le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2019 per rendere più appetibile l'agevolazione per l'avvio di nuove imprese nel Mezzogiorno.
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Ad un anno dal lancio, il 15 gennaio del 2018, l'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, in un'intervista rilasciata a ItaliaOggi, fa un bilancio dell'operatività di Resto al Sud, il regime di aiuto a sostegno della nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno, appena aggiornato dalla legge di Bilancio 2019.
Finora l'incentivo è stato infatti riservato ai giovani età compresa tra i 18 e i 35 anni (36 anni non ancora compiuti), residenti in una delle regioni meno sviluppate o in transizione - Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – o pronti a trasferirvi la residenza entro 60 giorni dall’eventuale esito positivo della valutazione (120 giorni per chi risiede all’estero) per avviare nuove imprese nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; fornitura di servizi alle imprese e alle persone; servizi al turismo.
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Con la manovra l'età massima dei beneficiari sale da 35 a 45 anni, mentre tra le attività economiche finanziabili vengono ammesse anche quelle libero professionali, finora escluse insieme ad agricoltura e commercio. Modifiche che tengono conto del fatto che l'asimmetria tra domanda e offerta di lavoro al Sud non riguarda solo i giovani, ha spiegato Arcuri, e che mirano a a favorire l'avvio di attività professionali tecniche, dagli agronomi ai chimici, passando per i biologi.
I risultati del primo anno di Resto al Sud
In dieci mesi di operatività effettiva, dal momento che ai giovani interessati venivano concessi 60 giorni per presentare le domande, Resto al Sud ha raccolto 16.218 adesioni.
La percentuale di approvazione dei progetti risulta pari al 40%, sopra la media di Invitalia che corrisponde al 32%. Un dato particolarmente interessante se si considera che la consulenza non rientra tra i costi ammissibili, per cui la sostenibilità della proposta e la validità dell'idea di business sono frutto dell'effettiva preparazione degli aspiranti imprenditori.
Va riconosciuto tuttavia il contributo offerto dalla rete di 144 strutture accreditate, ha ricordato Arcuri: amministrazioni pubbliche, università, associazioni o enti del terzo settore - che prestano assistenza gratuita ai giovani aspiranti imprenditori nella presentazione delle domande.
Al momento 2.177 proposte sono già state finanziate e avviate e si stima che produrranno 20.605 nuovi posti di lavoro nelle otto Regioni del Mezzogiorno. Gli investimenti attesi, ha spiegato l'ad di Invitalia, ammontano a 145 milioni di euro, a fronte di agevolazioni per 68 milioni di euro.
Si tratta in parte di contributi a fondo perduto, a copertura del 35% della spesa, e in parte di finanziamenti bancari assistiti dal Fondo di garanzia per le PMI, per arrivare a coprire il 100% dei costi di avvio delle nuove iniziative imprenditoriali.
Tra le idee di impresa spiccano quelle nel settore turistico e culturale (51% del totale), seguite dai servizi alla persona (17%), mentre a livello dei soggetti proponenti prevalgono i giovani di età inferiore a 30 anni (60%) di sesso maschile (58%).
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