Ammodernare il sistema delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva per contribuire alla crescita del Paese. E' questo l'obiettivo del Patto della fabbrica siglato da Confindustria insieme a CGIL, CISL e UIL.
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Confindustria, CGIL, CISL e UIL hanno firmato il Patto della fabbrica, l'accordo sulla contrattazione collettiva che intende definire un nuovo modello di relazioni industriali, più efficace e partecipativo, per favorire la trasformazione industriale generata da Industria 4.0, rafforzare la competitività del Paese e rimettere al centro il lavoro.
Il documento, sottoscritto dal Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e dai tre segretari dei sindacati confederali - Susanna Camusso (CGIL), Carmelo Barbagallo (UIL) e Annamaria Furlan (CISL) - prevede tre obiettivi principali:
- incrementare la competitività delle imprese nel quadro di una crescita sostenibile,
- favorire un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato,
- rafforzare il collegamento tra produttività del lavoro e retribuzioni.
Tra gli altri punti chiave dell'intesa, la misurazione della rappresentanza datoriale oltre a quella sindacale per contrastare i contratti “pirata”, il conferimento di un maggior valore al Trattamento Economico Complessivo (TEC) nell'ambito contrattazione collettiva, il rafforzamento della governance per il welfare integrativo e la valorizzazione dei percorsi e degli strumenti che coniugano virtuosamente formazione e lavoro, come l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato, gli Istituti Tecnici Superiori e la formazione continua.
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L'accordo rappresenta un punto cardine di un lungo confronto nato da una volontà comune: accrescere l'occupazione, in particolare quella giovanile, e favorire il ricorso alla contrattazione di secondo livello come presupposto per incentivare la partecipazione organizzativa.
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