Industria 4.0 - incentivi fiscali per formazione dipendenti

|Novità|31 luglio 2017

Lavoratore industriaL'intensità del credito d'imposta per la formazione digitale 4.0 dei lavoratori potrebbe scendere dal 50% al 40% dei costi sostenuti.

> Via libera del CdM alla Legge di Bilancio 2018

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Tra gli interventi a sostegno del Piano Industria 4.0 previsti dalla legge di bilancio 2018 approvata dal Consiglio dei Ministri c'è anche un nuovo credito d'imposta per le spese in formazione digitale 4.0. In base alle anticipazioni del Sole24Ore, la misura - che avrebbe ottenuto il via libera della Ragioneria dello Stato - dovrebbe essere meno generosa rispetto alle prime bozze.

Bonus formazione digitale 4.0, di cosa di tratta

Anticipato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in occasione della presentazione dei risultati 2017 e delle linee guida per il 2018 del Piano nazionale Industria 4.0, il credito d'imposta per la formazione 4.0 dovrebbe incoraggiare la partecipazione del personale delle imprese a corsi di formazione sulle tematiche connesse alla digitalizzazione dei processi produttivi.

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Inizialmente ipotizzato in misura pari al 50% delle spese sostenute, secondo le anticipazioni de Il Sole24Ore nel testo finale della legge di bilancio il bonus fiscale per la formazione digitale 4.0 potrebbe scendere al 40%, con una riduzione del tetto massimo per singola impresa da un milione di euro a una forbice compresa tra 300mila e 500mila euro.

Il credito d'imposta dovrebbe applicarsi al costo orario del personale impiegato in attività di formazione collegata ai settori Industria 4.0, come cibersicurezza, realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, manifattura additiva, ed essere usufruibile per il periodo 2018-2020 non in forma 'incrementale'. Ciò significa che l'incentivo non sarà calcolato in base all'aumento della spesa rispetto alla media del triennio 2015-2017, ma su tutta la spesa effettuata nel periodo in questione dalle aziende.

Per applicare questo sistema, però, l’amministrazione finanziaria potrebbe essere costretta a ricorrere al cosiddetto meccanismo del “rubinetto”, in base al quale l’accesso al credito d’imposta si chiuderebbe all'esaurimento dei fondi a disposizione, pari ad un massimo di 250 milioni di euro.

I soggetti che non riusciranno ad accedere all'incentivo, tuttavia, dovrebbero essere collocati in una lista d’attesa per essere riammessi una volta rifinanziato lo strumento.

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