La BEI approva il primo prestito da 800 milioni di euro dedicato al dissesto idrogeologico.
L’operazione dei mutui BEI per il dissesto idrogeologico, dopo settimane di impasse, si prepara a decollare. Il consiglio della Banca europea per gli investimenti, infatti, ha appena dato via libera allo schema sul quale ha lavorato con Palazzo Chigi nelle scorse settimane. La base di partenza sarà l’operazione realizzata negli anni scorsi sull’edilizia scolastica, con prestiti trentennali e uno stretto monitoraggio dei progetti da parte dei tecnici della BEI. Agli 800 milioni, poi, se ne aggiungeranno altri 200 in arrivo dalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB).
> Edilizia scolastica - protocollo Governo-BEI per finanziamenti
La legge di Bilancio
Tutto parte da un emendamento inserito nella legge di Bilancio: qui si prevede che lo Stato italiano possa finanziare gli investimenti in alcuni settori, tra i quali c’è anche il dissesto idrogeologico, contraendo mutui a tasso agevolato con soggetti come la Banca europea per gli investimenti.
Lo schema finanziario
Il senso dell’operazione è principalmente finanziario. Rispetto al finanziamento ordinario, tramite bond italiani, la BEI può contare su un tasso di interesse molto più vantaggioso, allineato ai titoli di Stato tedeschi. Quindi, tramite i prestiti l’Italia può risparmiare qualcosa in termini di interessi sul debito.
Il monitoraggio BEI
Ma non si tratta dell’unico vantaggio possibile. L’altro grande elemento positivo dei prestiti BEI risiede nel monitoraggio, sia a valle che a monte dei progetti. I tecnici della banca, al momento dell’approvazione di un finanziamento, verificano la fattibilità degli interventi. E, successivamente, controllano passo dopo passo che i tempi di realizzazione vengano effettivamente rispettati.
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Soldi al Centro Nord
Per questi motivi, da diverse settimane l’Unità di missione “Italia Sicura”, guidata da Erasmo D’Angelis e Mauro Grassi, sta lavorando a mettere a punto un prestito erogato dalla BEI. Servirà soprattutto a completare il quadro degli investimenti possibili nelle Regioni del Nord.
Le risorse già stanziate
Al momento, infatti, risulta scoperta soprattutto quest’area, se guardiamo alle disponibilità di cassa. Al Mezzogiorno, in estate, è andata una pioggia di fondi nel quadro dei Patti per il Sud. Gli elenchi finali sono ancora in fase di definizione, ma la stima è che solo da questa fonte, per il dissesto, potranno arrivare almeno 1,5 miliardi di euro. Per le progettazioni, poi, c’è la disponibilità dell’80% del fondo da 100 milioni, appena attivato da Palazzo Chigi.
Al Nord, che ospita aree con grandi problemi di dissesto come la Liguria o il Piemonte, resta una forte carenza di risorse. I mutui serviranno proprio a compensare questa mancanza. Per questo arriveranno prima gli 800 milioni, appena deliberati dal Cda della BEI, poi seguiranno altri 200 milioni della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, portando il conto a un miliardo. Infine, il pacchetto dovrebbe essere completato a quota 1,8 miliardi, con un’ulteriore erogazione di risorse BEI.
Lo schema in preparazione
Lo schema sarà, grossomodo, quello già usato negli anni scorsi per le scuole. Quindi, i prestiti avranno un tempo di rimborso trentennale. L’Italia potrà contare sull’anticipazione di cassa, spendendo immediatamente le risorse e poi ripagandole.
La lista degli interventi
Resta, per chiudere il cerchio, solo da approvare un elenco di progetti da mandare in gara. Esiste già una lista da cui pescare negli archivi di Palazzo Chigi: vale circa due miliardi e conta un migliaio di progettazioni. Nei prossimi giorni i tecnici dell’Unità di missione e del ministero dell’Ambiente, insieme alle Regioni, lavoreranno per definire gli elenchi e girarli alla BEI.