La commissione Cultura della Camera avvia l'esame della proposta di legge in materia di agevolazioni per le startup culturali.
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Agevolazioni in favore delle startup culturali e modifiche al testo unico in materia di raccolta di capitali tra il pubblico per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali. È il nome della proposta di legge sotto la lente della commissione Cultura della Camera dei Deputati: il 10 ottobre, il testo - che prevede, fra le altre novità, l'esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, incentivi fiscali per l'acquisto di software e tecnologie innovative e utilizzo gratuito di spazi in disuso - è in esame in comitato ristretto.
Cosa prevede il testo sulle startup culturali
Il testo intende innanzitutto ad introdurre la figura della startup culturale, una startup innovativa che abbia come oggetto sociale esclusivo “la promozione dell’offerta culturale nazionale attraverso lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico attraverso l’uso di tecnologie e lo sviluppo di software originali, afferenti le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione”.
Analogamente a quanto previsto per le startup a vocazione sociale ed a vocazione turistica, si parte dalla definizione legale di startup innovativa prevista dal dl 179-2012, individuando la nuova categoria in base all'oggetto sociale e riconoscendogli l'accesso a una serie di benefici. La proposta di legge prevede, infatti, per le startup culturali costituite da persone fisiche di età inferiore a 35 anni:
- l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, dei diritti erariali e delle tasse di concessione governativa;
- in presenza di determinati requisiti, un credito d'imposta pari al 65% delle spese per l’acquisto di mezzi tecnologici e digitali (software e tecnologie innovative; comunicazione web e relativa consulenza; iscrizione a piattaforme di crowdfounding);
- l'utilizzo gratuito di uno o più locali individuati dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo in ogni soprintendenza, con le modalità e alle condizioni che saranno indicate con un apposito regolamento;
- l'utilizzo dello strumento del crowdfunding per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali.
Inoltre, l’articolo 4 del testo introduce l’obbligo per una serie di soggetti qualificati - il Mibact, le Regioni e gli altri Enti pubblici territoriali - di dotarsi di un programma di raccolta di capitali per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali di appartenenza.
57 startup create senza notaio
Online, intanto, il primo rapporto realizzato da Ministero dello Sviluppo economico, Unioncamere e Infocamere dedicato alla nuova modalità di costituzione delle startup innovative in forma di società a responsabilità limitata.
Avviata il 20 luglio scorso in attuazione di una previsione di legge introdotta con il Decreto “Investment Compact”, la nuova procedura dà facoltà di redigere l’atto costitutivo e lo statuto di una nuova impresa innovativa mediante una piattaforma online dedicata. La compilazione si serve di un modello tipizzato – che assicura rapidità e certezza del diritto – ma personalizzabile, sottoscritto con firma digitale in modo da garantire l’identità dei contraenti.
Nella compilazione è possibile fare uso di un servizio di assistenza specialistica offerto gratuitamente dal sistema camerale, che rende la procedura più rapida e garantisce l’adeguatezza della documentazione agli standard legali. Previsto inizialmente fino a fine settembre 2016, alla luce del significativo numero di utenti che lo hanno utilizzato con soddisfazione (160 al 30 settembre), il servizio è stato esteso fino al 9 novembre 2016.
Passando ai numeri del primo rapporto, le società che, al 30 settembre 2016, risultano aver utilizzato la nuova procedura di costituzione con firma digitale e modello standard sono 57. Di queste, 23 sono ancora in corso di iscrizione: le nuove imprese già ufficialmente costituite sono dunque 34.
7 di esse sono localizzate in Lombardia, 5 in Toscana, 3 nelle Marche e altrettante in Veneto, 2 in Puglia, mentre altre 5 regioni (2 del Mezzogiorno) registrano una startup innovativa ciascuna. Le province di Ascoli Piceno, Milano e Venezia presentano due imprese iscritte con la nuova procedura; le altre sono distribuite tra 19 Camere di Commercio diverse.
Guardando al capitale iniziale sottoscritto, 6 startup innovative sono riconducibili alla classe dimensionale compresa tra mille e 5mila euro, 10 startup tra 5mila e 10mila euro, 8 imprese innovative si piazzano nella classe tra 10mila e 50mila, e una tra 50mila e 100mila.
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Photo credit: Heisenberg Media via URL non più disponibile / CC BY