Le coordinate della progettazione in Italia stanno cambiando in maniera radicale. E’ il senso del decreto che il MIT sta definendo in questi giorni.
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In attuazione del Codice appalti, il provvedimento andrà a ridefinire i livelli di progettazione nei quali è organizzata la redazione degli elaborati di tutte le opere pubbliche. E la novità principale è l’esordio di un progetto di fattibilità molto più pesante del vecchio preliminare. Il quadro economico finanziario delle opere dovrà essere definito in maniera esatta già nelle prime fasi di programmazione di un’opera. In questo modo, non assisteremo più alle maxi variazioni degli importi con il passare degli anni. Anche se questo pone un problema sul fronte dei finanziamenti pubblici.
Tre livelli di progettazione
Il nuovo provvedimento dovrà essere pubblicato in attuazione dell’articolo 23 del Codice appalti. Un decreto del Ministero delle Infrastrutture deve riorganizzare il sistema dei livelli di progettazione. Il vecchio meccanismo era basato sul preliminare, il definitivo e l’esecutivo. A cambiare sarà soprattutto il primo livello, che diventa “progetto di fattibilità”. Questo tassello è tra gli elementi chiave della riforma del sistema dei contratti pubblici. Dopo una fase di studio, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha preparato una prima bozza, che è stata girata agli uffici tecnici di Graziano Delrio e che sarà licenziata, con ogni probabilità, prima della pausa estiva.
Indagini anticipate
L’esordio del progetto di fattibilità, in base alle bozze che il Ministero sta preparando in questi giorni, insieme al Consiglio superiore dei lavori pubblici, significa sostanzialmente che tutta la fase delle indagini di contesto viene anticipata dal definitivo a un momento precedente. Quindi, già in sede di prima approssimazione del costo di un’opera bisogna fare un’analisi attenta della situazione urbanistica, geologica, geognostica, sismica, topografica. Questo servirà ad evitare casi come quello della metro C di Roma, arrivata a costare cifre sempre superiori nel corso degli anni.
Il tema dei costi
Il motivo di questo intervento, allora, riguarda essenzialmente i costi. Il nuovo sistema, cioè, deve chiudere la stagione nella quale il preliminare dava un valore dell’opera che poteva essere considerato semplicemente indicativo. Bisogna passare a importi più corretti e meno variabili, che restino fermi nel corso degli anni, con la redazione degli elaborati definitivi ed esecutivi, attorno ai quali gira il cantiere.
Le conseguenze sul definitivo
Questa revisione del primo livello porta, a cascata, conseguenze anche sui successivi livelli di progettazione. Il definitivo, infatti, si alleggerisce, perché non conterrà più tutte le valutazioni che dovranno essere fatte prima. Resta, invece, sostanzialmente identico il perimetro del progetto esecutivo. Con una variazione: in questa fase bisognerà considerare in modo più accentuato il processo di manutenzione delle opere pubbliche che, finora, non veniva valutato.
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Il nodo dei finanziamenti
Resta aperta una questione relativa ai finanziamenti. La redazione del progetto di fattibilità è una precondizione per inserire le opere nella programmazione delle stazioni appaltanti. Solo con la programmazione, però, è possibile accedere ai finanziamenti pubblici. Quindi, le amministrazioni dovranno pagare da sole progetti di fattibilità molto onerosi che, solo in un secondo momento, gli consentiranno di recuperare i soldi. Per questo motivo potrebbe essere fondamentale attivare una rete di fondi rotativi di progettazione, accessibile anche ai piccoli Comuni. Il potenziamento di questi strumenti è in discussione al Ministero.