UE - Italia chiede flessibilita' per 10 miliardi

|Novità|18 marzo 2016

Mentre Renzi rilancia la proposta di scorporare interamente dal deficit il cofinanziamento nazionale dei fondi Ue, avanza la trattativa sulla clausola di flessibilità

Foto: T. Barchielli

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Il nostro Governo ha inviato a Bruxelles l’elenco degli investimenti che punta a realizzare nel 2016, se saranno allentati gli attuali vincoli di bilancio. Si tratta di 5,1 miliardi di euro, aggiuntivi rispetto ai livelli di investimento registrati nel 2015. Con molti grandi progetti infrastrutturali, come il Brennero, la Torino-Lione, il passante di Mestre, la Pedemontana lombarda, la Napoli-Bari, la Palermo-Messina. Ma con capitoli specifici dedicati all’agenda digitale, all’ambiente, al sostegno dell’occupazione.

Scomputo degli investimenti

L’obiettivo della richiesta italiana è ottenere uno scomputo di alcuni investimenti nel 2016. Il totale dei margini richiesti è pari allo 0,3% del Pil: una forbice che comprende circa 5,1 miliardi di spesa nazionale e più o meno altrettanto di spesa comunitaria, per un ammontare complessivo di oltre dieci miliardi. La risposta della Commissione europea arriverà a maggio ma, per adesso, è interessante vedere come l’Italia ha strutturato il suo piano.

Dall'ambiente all'agenda digitale

Gli elenchi composti da Palazzo Chigi includono diversi settori, dalla ricerca all’ambiente fino al sostegno all’occupazione e all’agenda digitale. Il pezzo più importante, però, riguarda le infrastrutture di trasporto: queste, da sole, valgono quasi 3,8 miliardi di euro. Segno che l’Esecutivo ha deciso di puntare sulla flessibilità per sostenere alcuni interventi di grande impatto giudicati più urgenti.

Le ferrovie

Nel programma, allora, compaiono molte grandi infrastrutture ferroviarie. Come il Brennero (224 milioni nel solo 2016), la Torino-Lione (93 milioni), il Terzo valico (292 milioni), la Treviglio-Brescia (236 milioni), la Napoli-Bari, la Palermo-Messina, la Chiasso-Milano. A queste si aggiungono altre opere pensate per facilitare i collegamenti con l’Europa, come la Bari-Taranto e il potenziamento del nodo di Napoli.

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Il capitolo autostrade

Ancora, un ampio capitolo viene dedicato alle autostrade, che contribuiscono al piano con un totale di 480 milioni di euro. Nell’elenco, allora, compare il passante di Mestre, insieme alla Pedemontana veneta e a quella lombarda. Si tratta, complessivamente, di opere che vengono dai due PON Reti (il vecchio e il nuovo PON Infrastrutture e Reti 2014-2020), dai corridoi Ten-T, dal piano Juncker e dal fondo Connecting Europe facility.

La scelta dell’Esecutivo è caduta su opere già avviate, perché è essenziale avere capacità di spesa immediata. E per la prima volta ha incluso anche interventi finanziati prevalentemente tramite fondi europei, ad esempio nel quadro del piano Juncker.

La trattativa per il 2017

Questo pacchetto di sconti potrebbe essere confermato anche nel 2017 e in pianta stabile per tutta la nuova programmazione. Il premier Matteo Renzi, infatti, sta facendo pressione su Bruxelles per ottenere che la clausola di flessibilità sia aperta a tutta la quota di cofinanziamento nazionale dei fondi europei. E’ una partita che, a grandi linee, vale circa 7 miliardi di euro all’anno e che consentirebbe di non sostenere tramite lo scomputo dal deficit solo gli investimenti aggiuntivi, come avviene adesso.

La trattativa sarà lunga. Dopo la risposta di Bruxelles a maggio, relativa al piano 2016, l’ipotesi di maxi scomputo per il 2017 sarà affrontata nel corso del vertice di giugno.