Cina - Pe, contro-consultazione su riconoscimento MES

|Novità|16 marzo 2016

Sulla concessione del MES alla Cina un gruppo di eurodeputati lancia una contro-consultazione in risposta a quella della Commissione Ue.

China - Pixabay

Cina - Ue, status di economia di mercato sì o no?

Cina - imprese e istituzioni Ue unite su fronte anti-MES

Si chiama MES China Why Not l'iniziativa promossa da un gruppo di parlamentari europei, rappresentati da David Borrelli (EFDD), Edouard Martin ed Emmanuel Maurel (S&D), per raccogliere il parere dell'opinione pubblica sulla controversa questione del riconoscimento, o meno, dello status di economia di mercato a Pechino da parte dell’Unione europea.

La questione, lo ricordiamo, risulta piuttosto urgente in vista dell'appuntamento di dicembre 2016, quando scadranno alcune disposizioni del regime transitorio imposto alla Cina al momento della sua adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), nel dicembre 2001. Disposizioni, quelle in scadenza, che hanno finora consentito ai partner commerciali di Pechino membri dell'OMC di utilizzare una metodologia da economia non di mercato per il calcolo del dumping e per l'imposizione dei relativi dazi all'importazione.

Intorno alla questione si è sviluppato un acceso dibattito, poiché l'eventuale riconoscimento del MES a Pechino avrebbe dirette conseguenze sulla capacità di Bruxelles di proteggere l'economia dei 28 dai danni derivanti da prodotti esportati dalle imprese cinesi ad un prezzo molto più basso di quello di mercato, fonte quindi di concorrenza sleale.

La contro-consultazione MES China Why Not è la risposta degli europarlamentari ad una prima consultazione sul tema, lanciata dalla Commissione europea alcune settimane fa, in cui si chiede a cittadini, associazioni, esperti e agli altri stakeholder coinvolti di valutare le tre opzioni messe sul tavolo dall'Esecutivo Ue per il post-dicembre 2016:.

Cina - le opzioni di Bruxelles sulla concessione del MES

Aperta fino al 1° maggio 2016, la contro-consultazione si propone, invece, di "esplorare gli aspetti non considerati dalla consultazione della Commissione europea, raccogliendo valutazioni e suggerimenti da parte di "imprese, sindacati, ONG e semplici cittadini" su tutte le possibili soluzioni che possono essere messe in campo". 

Il questionario, che prevede sia domande chiuse che domande aperte, è proposto in cinque lingue, "al fine di aumentare la possibilità di parteciparvi".