Enti locali – misure per sanare infrazioni su discariche e acque reflue

|Approfondimenti|03 agosto 2016

Nella conversione in legge del dl Enti locali, anche misure per la messa a norma delle discariche abusive, oggetto della maximulta della Corte di giustizia Ue

Discariche

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Fra le misure incluse nella legge di conversione del dl Enti locali ci sono anche interventi per la messa a norma delle discariche abusive. Tema per cui l'Italia è stata ripetutamente richiamata da Bruxelles e condannata nel dicembre 2014 dalla Corte di Giustizia Ue a pagare una maximulta per non aver dato esecuzione a una sentenza del 2007 e non essersi adeguata alle direttive europee sui rifiuti. Il testo prova anche ad accelerare l'utilizzo dei fondi per gli interventi in materia di risorse idriche, per superare le infrazioni Ue in materia di acque reflue urbane.

La maximulta Ue per le discariche

Nel 2007 una prima sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea dichiarava che l'Italia era “venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti stabiliti dalle direttive relative ai rifiuti (875/442), ai rifiuti pericolosi (91/689) e alle discariche (99/31)”.

Nel 2013, la Commissione europea denunciava i ritardi del Paese nel dare esecuzione alla sentenza. In particolare, l'Esecutivo Ue faceva riferimento a 218 discariche ubicate in 18 Regioni italiane, non conformi alla direttiva rifiuti, a 16 discariche su 218 che contenevano rifiuti pericolosi in violazione dell'apposita direttiva, e a 5 per cui l'Italia non aveva dimostrato che fossero state oggetto di riassetto o di chiusura in linea con la direttiva 99/31.

Un anno dopo, nel dicembre 2014, sul Paese è caduta la condanna della Corte di giustizia europea.

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