La Corte dei Conti europea lancia un grido di allarme sui trend di assorbimento delle risorse del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF), segnalando come a fine 2023 i paesi europei avessero attinto a meno di un terzo dei fondi. Inoltre, del denaro trasferito da Bruxelles ai singoli paesi, solo la metà avrebbe raggiunto i destinatari finali. Ipoteche pesanti sul futuro, anche considerando che il raggiungimento dei singoli target/obiettivi di una misura non blinda per forza il suo effettivo completamento.
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E’ questa, in breve, la fotografia che emerge dalla Relazione speciale “Assorbimento dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza” rilasciata oggi dalla Corte dei Conti UE: un audit che ha riguardato il periodo compreso fra il varo dell’RRF nel febbraio 2021 e la fine del 2023.
A sintetizzare le informazioni presenti nel dossier di 70 pagine è il Membro della Corte responsabile dell’audit, Ivana Maletić. “Un assorbimento tempestivo dell’RRF è indispensabile: aiuta a evitare strozzature nell’esecuzione delle misure verso la fine del ciclo di vita del dispositivo e riduce il rischio di spese inefficienti e irregolari. Lanciamo un segnale d’allar