Corte Conti UE: fondi PNRR più lenti del previsto e opere a rischio

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Studi e Opinioni
|02 settembre 2024Pulsante icona social per XPulsante icona social per LinkedInPulsante icona social per Facebook
La Corte dei Conti europea lancia un grido di allarme sui trend di assorbimento delle risorse del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF), segnalando come a fine 2023 i paesi europei avessero attinto a meno di un terzo dei fondi. Inoltre, del denaro trasferito da Bruxelles ai singoli paesi, solo la metà avrebbe raggiunto i destinatari finali. Ipoteche pesanti sul futuro, anche considerando che il raggiungimento dei singoli target/obiettivi di una misura non blinda per forza il suo effettivo completamento. PNRR, BCE: meglio puntare sull'efficacia, più che sulla rapidità

E’ questa, in breve, la fotografia che emerge dalla Relazione speciale “Assorbimento dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza” rilasciata oggi dalla Corte dei Conti UE: un audit che ha riguardato il periodo compreso fra il varo dell’RRF nel febbraio 2021 e la fine del 2023.

A sintetizzare le informazioni presenti nel dossier di 70 pagine è il Membro della Corte responsabile dell’audit, Ivana Maletić. “Un assorbimento tempestivo dell’RRF è indispensabile: aiuta a evitare strozzature nell’esecuzione delle misure verso la fine del ciclo di vita del dispositivo e riduce il rischio di spese inefficienti e irregolari. Lanciamo un segnale d’allarme, perché a metà percorso i paesi UE avevano attinto a meno di un terzo dei finanziamenti previsti ed erano avanzati per meno del 30% verso i traguardi e gli obiettivi prefissati”.

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