Con la comunicazione sulla strategia per la sicurezza economica - da leggersi in tandem con il pilastro commerciale del Green Deal Industrial Plan - prosegue la virata dell’UE verso una politica se non proprio protezionistica, sicuramente più guardinga rispetto allo scenario geopolitico internazionale. La comunicazione è infatti l'ultimo tassello di un crescente numero di strumenti messi in campo in questi anni sia per assicurare un equo terreno di gioco tra imprese UE ed extra-UE, sia per tutelare gli asset e gli interessi strategici europei (in primis su infrastrutture, tecnologie e materie prime).
Se è vero che il percorso che nel 2021 ha portato al varo della nuova strategia di politica commerciale dell'UE è iniziato anni addietro, l'accelerata è arrivata senza dubbio con i due recenti shock rappresentati dal Covid e dalla guerra in Ucraina. All’aumento di conflitti economici, cessioni più o meno forzate di tecnologia e alla crisi del sistema multilaterale, infatti, si sono aggiunti il Covid e l’Ucraina che hanno agito da macro-trigger mettendo improvvisamente a nudo alcune rilevanti fragilità strutturali dell’UE sul fronte delle catene del valore (in primis di farmaci e dispositivi medici) e degli approvvigionamenti energetici. Fattori che hanno portato Bruxelles a parlare di “