Nel 2022 il mercato delle opere pubbliche (complice anche il PNRR) ha toccato vertici mai raggiunti prima: il valore delle opere in gara è triplicato, i tempi di affidamento si sono ridotti e sono raddoppiate le aggiudicazioni e i contratti. Tali risultati non devono però far dormire sogni tranquilli. Da un lato, le performance delle opere prioritarie non valgono automaticamente per le altre opere PNRR. Dall’altro, adesso si entra nella fase di realizzazione, da sempre uno dei talloni d’Achille delle opere pubbliche in Italia.
Sono questi i dati salienti contenuti nel Rapporto Cresme-Camera “Programmazione PNRR-PNC: Stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie”, presentato ieri a Montecitorio e che, numeri alla mano, fotografa lo stato di attuazione della programmazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie in Italia, con dati aggiornati al 31 dicembre 2022.
Si tratta, spiega il Rapporto, degli “interventi individuati come prioritari con gli Allegati ai DEF dal 2015 al 2022 e inseriti nella programmazione PNRR e PNC”, il cui costo (al 31 dicembre 2022) ammonta a oltre 132,5 miliardi di euro (di cui il 46% riguarda opere commissariate).