Internazionalizzazione: guerra e Covid ridisegnano le strategie delle imprese

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Studi e Opinioni
|26 luglio 2022Pulsante icona social per XPulsante icona social per LinkedInPulsante icona social per Facebook
L'internazionalizzazione delle imprese italiane si trova davanti ad un punto di svolta epocale, che impone alle aziende la necessità di raffinare le proprie strategie di presenza ed espansione sui mercati esteri. Da un lato, infatti, aumenta il peso del tema “sicurezza”; dall’altro emergono nuove opportunità di business che il sistema italiano è in grado di cogliere. Il supporto di SIMEST alle imprese colpite dalla crisi in Ucraina

Sono queste le due linee guida che emergono dal nuovo rapporto targato ICE-Prometia che fa il punto sull'evoluzione del commercio con l’estero alla luce dei principali sconvolgimenti in atto a livello internazionale.

Gli effetti della guerra e del caro materie prime sul commercio internazionale

Secondo il rapporto, infatti, la crescita del commercio mondiale per l’anno in corso è prevista “non superare il 2,1%, un ritmo di sviluppo tra i cinque più bassi degli ultimi vent’anni e soprattutto più che dimezzato (era il 5,6%) rispetto a quello che era il quadro previsivo di prima dell’invasione dell’Ucraina”.

Tradotto in numeri, “la revisione dello scenario degli scambi dovuta alla guerra è stimata in una perdita di 2 mila miliardi di euro nel corso del biennio, un downgrading di opportunità diffuso a tutti i mercati”, si legge nel dossier.

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