Quando la burocrazia ostacola la decarbonizzazione: il caso del quarto bando del DM FER 1

|Studi e Opinioni|04 febbraio 2021

Decreto rinnovabiliIl quarto bando per incentivi alle rinnovabili, previsto dal decreto FER 1, ha visto aggiudicato solo il 25% della potenza disponibile. Un flop causato, secondo ANIE Rinnovabili, dalle lungaggini burocratiche.

Decreto rinnovabili: le graduatorie del quarto bando

“In Italia tutti si dichiarano favorevoli allo sviluppo delle fonti rinnovabili al fine di combattere i cambiamenti climatici, ma di fatto si incontrano notevoli difficoltà ad investire nel settore. Su 1.882 MW disponibili nel quarto bando indetto dal GSE nel settembre scorso solo il 25% è stato aggiudicato” afferma Alberto Pinori, presidente di ANIE Rinnovabili, associazione di Federazione ANIE.

La ragione sarebbe da individuare negli “ostacoli autorizzativi” che impediscono di realizzare “gli investimenti privati stimabili tra i 550 e gli 850 milioni di euro”.

Come la burocrazia ostacola le rinnovabili in Italia

Si tratta di un problema ormai conclamato per gli operatori del settore: i processi autorizzativi previsti per le fonti rinnovabili ne pregiudicano fortemente i possibili sviluppi, anche quelli già programmati con il decreto FER 1

Ad essere colpiti - sottolinea ANIE Rinnovabili - non sono solo gli impianti di grande taglia, ma anche quelli di taglia media. Secondo Pinori “stante questi risultati l’obiettivo del phase-out del carbone diventa una chimera”.

La grave criticità esistente sul fronte autorizzativo - si legge ancora in una nota dell’associazione - non è stata sanata, come invece era negli intenti del Governo, dal decreto Semplificazioni degli scorsi mesi. In ragione di ciò, permangono due principali ostacoli allo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Da un lato l’opposizione aprioristica in nome della tutela dell’ambiente e del paesaggio, che proprio le fonti rinnovabili sono chiamate a tutelare.

In secondo luogo, l’eccessiva burocrazia.

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