
Circa 31 trilioni di dollari in tutto il mondo possono essere ricondotti alla categoria degli investimenti sostenibili, e il mercato europeo si pone al primo posto nel mondo, seguito da Stati Uniti e Giappone.
Cifre che danno l’idea dell’importanza del settore, e di come gli investimenti sostenibili abbiano caratteristiche precise già oggi. Quel che manca è un linguaggio comune a livello internazionale, una definizione univoca di quale investimento può definirsi o meno sostenibile.
Bruxelles ha definito una tassonomia ispirata alle classificazioni statistiche esistenti e pensata per orientare gli investimenti su quelle attività che possono essere definite realmente sostenibili. Ma una visione troppo tecnica e rigida rischia di essere controproducente, avverte Pietro Negri, Presidente del Forum per la Finanza Sostenibile e Responsabile Sostenibilità e Corporate governance di ANIA.
E’ davvero necessaria una tassonomia che definisca cos’è un investimento sostenibile? L’approccio europeo è quello giusto?