Risorse inadeguate, interventi limitati e legati ad una logica emergenziale: sono solo alcune delle critiche mosse dalla Corte dei Conti al Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici nelle zone a rischio sismico.
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Il “Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici nelle zone a rischio sismico”, avviato con la legge 289/2002 e attuato in vari programmi stralcio, finisce nel mirino della Corte dei Conti.
“A distanza di oltre 15 anni dalla legge a fronte di 2.645 interventi complessivamente programmati, ne risultano avviati 1.945, mentre 637 non sono mai iniziati (24%). Gli interventi ultimati sono complessivamente pari a 1.617 su 2.651 previsti, pari al 61%”, si legge nella relazione della Corte. E non è l’unica critica mossa dai giudici.
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