L’indagine antidumping lanciata dalla Commissione europea nei confronti di Pechino, lo stop agli incentivi tedeschi cui Volkswagen risponde tagliando 269 dipendenti. È un periodo turbolento per l’auto elettrica in Europa e potrebbe non essere una parentesi così breve.
L’annuncio di un’indagine anti-dumping nei confronti della Cina era arrivato nei giorni scorsi, nel corso del discorso sullo stato dell’Unione pronunciato dalla presidente della Commissione europea Ursula von fer Leyen a Strasburgo. La conferma è arrivata il 16 settembre, quando il vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile per il Commercio internazionale, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato che Bruxelles ha in mano “prove sufficienti” del fatto che l’importazione di veicoli elettrici cinesi danneggia l’industria del settore nell’UE. “Considerando che dal 2035 solo veicoli a zero emissioni potranno essere venduti nell’UE, questa questione riveste naturalmente un’importanza strategica”, ha spiegato il commissario.
Il caso tedesco
Lo sa bene la Germania, che secondo alcuni analisti non sarebbe entusiasta della decisione europea di avviare un’inchiesta antidumping contro Pechino.