Numero, tipologia e localizzazione delle infrastrutture di ricarica, componenti e modelli di riferimento. Sono alcuni dei punti su cui stakeholders, enti pubblici, aziende e professionisti hanno fornito indicazioni al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, in risposta alla consultazione pubblica sul PNIRE - Piano nazionale infrastrutture di ricarica elettrica. Ecco come dovrebbe svilupparsi il Piano in base ai suggerimenti degli interessati.
Localizzazione e numero delle infrastrutture di ricarica
I risultati della consultazione confermano la necessità di dare precedenza alle aree urbane e metropolitane maggiormente inquinate e caratterizzate da forti fenomeni di pendolarismo. E per individuare facilmente e in modo coerente con le esigenze di mobilità risulta fondamentale una concertazione tra tutti i soggetti interessati, soprattutto gli enti locali.
Per quanto riguarda la quantità di tali infrastrutture, viene indicato il rapporto di 1 punto di ricarica pubblico ogni 8 accessibili ai soli privati. Rapporto che permetterebbe di evitare un'eccessiva infrastrutturazione pubblica, che non è garanzia di diffusione dei veicoli elettrici.
In linea con le indicazioni che vengono da Bruxelles, il numero dei punti seguirebbe un'evoluzione indicata già nel Piano, che prevede l'installazione di 90mila punti di ricarica accessibili al pubblico entro il 2016, di 110mila colonnine entro il 2018, per arrivare a 130mila paline nel 2020.
Modelli di riferimento
Nel medio-lungo periodo si dovrebbe garantire la possibilità di ricaricare il veicolo elettrico a prescindere dal modello di riferimento e dalla proprietà dei punti di ricarica, come avviene oggi per le auto tradizionali che possono fare il pieno presso qualsiasi stazione. Inoltre, si legge nei risultati della consultazione, lo sviluppo delle attività di ricarica non dovrebbe essere basato su un unico modello, che potrebbe disincentivare la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, ma dovrebbe privilegiare modelli flessibili, volti ad accompagnare lo sviluppo concorrenziale dei mercati.
Dunque, meglio privilegiare soluzioni aperte, che permettano di considerare la ricarica non solo come 'vendita' di energia, ma anche come parte della fornitura di un servizio. Fra gli esempi citati, figura l’opportunità che molti operatori possano fornire un 'servizio di mobilità' che includa anche l’installazione, la manutenzione e/o la gestione di infrastrutture di ricarica,
Componenti
Complementarità: questa la parola d'ordine dei risultati della consultazione, soprattutto se si considerano prese, spine e standard di ricarica: da un lato, alla luce della produzione delle case automobilistiche – soprattutto americane e tedesche - gli stakeholders chiedono che la soluzione ricarica in corrente continua sia disponibile anche in Italia; dall'altro, al fine di evitare eventuali profili di criticità tecnica ed economica, prima di una definizione più chiara anche delle produzioni automobilistiche, i sistemi di ricarica in corrente continua e in corrente alternata dovrebber essere complementari.
Incentivi
All’interno del documento finale verranno riportati con chiarezza indicazioni in merito ai fondi assegnati per lo sviluppo del Piano Nazionale per gli anni 2013, 2014 e 2015.
In una prima fase, si legge nei risultati della consultazione, saranno identificate come spese ammissibili quelle concorrenti alla:
- redazione del piano delle installazioni/Piano di mobilità elettrica;
- costo delle infrastrutture;
- costo delle opere accessorie all’installazione delle infrastrutture;
- informazione al pubblico su collocazione, caratteristiche delle infrastrutture, costi ed eventuali servizi accessori connessi
Tra gli elementi di ammissibilità dei progetti che potranno avvalersi del finanziamento o del co-finanziamento del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti verranno evidenziati anche:
- la necessità di una sostenibilità nel tempo dei modelli di business previsti per i servizi da attivare connessi alla realizzazione delle rete infrastrutturale;
- la promozione dello sviluppo della rete per la ricarica dei mezzi elettrici, in forma integrata con il territorio in un approccio di tipo 'Smart Grid' volto a rendere efficiente la gestione dell’energia, evitare perdite e disturbi eccessivi, e fornire un servizio di livello qualitativo elevato.
Problematiche
Benché rappresenti un importante passo in avanti verso un futuro green, anche le infrastrutture di questo tipo presentano criticità ambientali, legate soprattutto allo smaltimento degli accumulatori. Fra i suggerimenti emersi dalla consultazione, si richiama il bisogno di creare un meccanismo analogo al PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Per questo nell’ambito del prossimo aggiornamento del Piano verrà studiata la creazione di un PRAc (Pubblico Registro Accumulatori), che consenta la tracciabilità degli accumulatori che dovranno essere sottoposti a collaudi periodici, e in caso di sostituzione, il detentore dovrà produrre prova di aver smaltito l’accumulatore posseduto, secondo le prescrizioni di legge in materia di tutela ambientale.
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