Il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE) ha approvato la revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Tra le novità, la definizione di oltre 140 indicatori.
“Non un libro delle buone intenzioni, ma un quadro d’azione per la sostenibilità ambientale, economica e sociale”. E’ questa la definizione che il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha dato della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, licenziata il 18 settembre dal CITE. “La nostra Strategia – ha spiegato infatti il Ministro – si caratterizza per un approccio concreto e molto partecipativo, per unire tutti di fronte a obiettivi comuni: le grandi questioni climatiche hanno un riflesso evidente sull’ambiente, ma sono strettamente collegate anche a temi quali la crescita economica e l’esasperazione delle diseguaglianze sociali”.
Servizi ecosistemici acquatici al centro della call 2023 Water4All
La revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile
Approvata la prima volta nel 2017, la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile è il documento che declina gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU adattandoli al contesto italiano.
La revisione della prima edizione della Strategia è iniziata nel 2022 dopo un ampio processo partecipativo, che ha coinvolto i ministeri competenti, la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome, gli enti territoriali, la società civile e gli attori non statali riuniti nel Forum nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Con l’avvicinarsi del “giro di boa” dell’Agenda 2030, l’Italia si dota dunque di una sua Strategia aggiornata e connessa con quelle delle singole Regioni, Province autonome e Città metropolitane. Il documento è stato realizzato con la regìa e il coordinamento da parte del MASE per la parte nazionale e del MAECI per quella internazionale.
Per raggiungere i 17 goals dell’Agenda delle Nazioni Unite, la Strategia parte dalle cosiddette cinque “P”, che connettono trasversalmente dinamiche economiche, questioni sociali e qualità ambientale: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership. Da queste discendono quindici scelte strategiche su tutti i campi d’azione della Strategia: dalla gestione sostenibile delle risorse naturali all’abbattimento delle emissioni climalteranti, dalla promozione di un benessere economico sostenibile, al contrasto alla povertà e allo sviluppo di un’occupazione di qualità, di una società non violenta, inclusiva e rispettosa dei diritti umani, senza discriminazioni.
Il nuovo testo della Strategia reca alcune novità rispetto al passato. Tra queste, va menzionata senza dubbio la definizione di “valori obiettivo” che sono misurati annualmente attraverso una serie di indicatori: 55 sono definiti di primo livello e costituiscono un nucleo comune per tutte le amministrazioni centrali e territoriali. Altri 190 si definiscono di secondo livello e garantiscono il monitoraggio complessivo degli obiettivi posti. La loro finalità è quella di dare quanta più concretezza possibile al percorso. Grazie ad un approfondito lavoro, infatti, la nuova Strategia riesce ad associare ogni indicatore a obiettivi specifici da raggiungere, così come all’eventuale quadro strategico e di finanziamento già presente.
Il Ministero fa inoltre notare che, nella stesura del testo, si è deciso inoltre di dare particolare evidenza ai cosiddetti tre “vettori di sostenibilità”: la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, la cultura e la partecipazione per lo sviluppo sostenibile. Viene infine evidenziata l’importanza dei territori e di una governance multilivello, delle attività di valutazione e monitoraggio, di educazione, formazione e comunicazione, di collaborazioni e partenariati.
Foto di AndreasAux da Pixabay