Da qualche settimana il ministro delle Imprese e del Made in Italy parla dell’avvio di un piano nazionale sulla microelettronica. Ora sappiamo che il Chips Act italiano dovrebbe vedere la luce a giugno.
Net Zero Industry Act: il piano per le green tech Made in Europe
A metà aprile le istituzioni europee hanno raggiunto un accordo politico per varare il Chips Act europeo, il piano che intende raddoppiare la quota europea nella produzione di semiconduttori portandola dal 10 al 20% investendo oltre 40 miliardi per sganciarsi dalla dipendenza dai chip asiatici, soprattutto cinesi.
È su questo sfondo che si inquadra la volontà di Urso di varare un Chips Act italiano. Idea di cui il ministro delle Imprese e del Made in Italy parla da tempo e che è collegata a filo doppio con un’altra iniziativa, il fondo sovrano nazionale che vedrà la luce nel ddl Made in Italy, il cui varo da parte del Consiglio dei Ministri è atteso già nel corso della settimana.
Mentre il fondo sovrano italiano avrà il compito di attirare investimenti per supportare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali, con un occhio puntato all’approvvigionamento di materie prime ed energia, il Chips Act nazionale vuole “rappresentare il futuro dell’innovazione in Italia”, come spiegato da Urso in un’intervista al Sole 24 Ore.
Cosa ci sarà nel Chips Act italiano
“Abbiamo una road map ben precisa che vuole realizzare questo disegno: dopo il ddl Made in Italy, procederemo a giugno con il Chips Act italiano, una legge sul settore dei semiconduttori”, ha spiegato il ministro.
Seguendo le orme del Chips Act europeo, l’Italia si doterà quindi di un piano nazionale per la microelettronica che avrà sostanzialmente il compito di declinare le norme europee nel nostro Paese.
“La base sarà il Centro italiano per i semiconduttori, già finanziato con l’ultima manovra per 200 milioni”.
Si tratta del “Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore” o ChipsIT e avrà il compito di “ promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati, rafforzare il sistema della formazione professionale nel campo della microelettronica e assicurare la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore”, come indicato nella legge di bilancio 2023.
Avrà sede centrale con ogni probabilità a Pavia e ramificazioni a Bologna (sede del supercomputer Leonardo, il calcolatore più potente in circolazione, operativo da aprile 2023) e Catania (dove si trova STMicroelectronics, azienda leader nel settore dei semiconduttori).
Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay