Rinnovabili: le semplificazioni UE per tagliare la burocrazia e accelerare fotovoltaico e pompe di calore
In vigore il regolamento di emergenza per rendere più semplici e veloci gli iter di autorizzazione dei progetti rinnovabili. Sarà valido per 18 mesi e servirà ad accelerare le autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici, repowering di impianti FER esistenti e per rendere più capillare la diffusione delle pompe di calore.
Parola d’ordine: semplificare. E farlo al più presto, vista la crisi energetica che sta investendo il Vecchio Continente e che non è destinata a concludersi così presto. Semplificazione e velocità sono i cardini del regolamento d’emergenza proposto dalla Commissione europea il 9 novembre per tagliare gli iter burocratici che troppo spesso bloccano gli investimenti nelle energie rinnovabili da parte di imprese e privati. Regolamento 2022/2577 pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 29 dicembre ed entrato in vigore il giorno seguente.
Il regolamento d’emergenza per il permitting rinnovabili
Le lungaggini burocratiche sono da anni un tallone d’Achille delle energie rinnovabili. Lo sa bene la Commissione europea che già nella revisione della direttiva rinnovabili (RED II) prevede un taglio della burocrazia per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, considerati “d'interesse pubblico prevalente”.
Non solo, nella direttiva RED II la Commissione vorrebbe anche inserire un obbligo per gli Stati membri di adottare uno o più piani che designino “go-to areas” o “zone di riferimento per le energie rinnovabili”, vale a dire zone particolarmente idonee per l'installazione di impianti FER, che possono contare su iter amministrativi accelerati.
Il passaggio sul permitting e le aree idonee è però oggetto di un braccio di ferro tra i negoziatori europei.
Forse anche per questa ragione, oltre all’ovvia necessità di far fronte alla situazione eccezionale sui mercati energetici, la Commissione ha deciso di accorciare decisamente i tempi proponendo un regolamento d'emergenza sul permitting sotto forma di un regolamento del Consiglio basato sull'articolo 122 del trattato TFUE (base giuridica che di fatto abilita un intervento dell’Unione in situazioni di emergenza).
Le nuove regole rimarranno in vigore per 18 mesi, dando così modo ai negoziatori di Parlamento e Consiglio di completare il percorso per il recepimento della nuova direttiva Rinnovabili, il secondo dossier che impatta sugli iter autorizzativi delle rinnovabili e su cui sono in corso i negoziati tra Parlamento e Consiglio.
Rinnovabili uguale interesse pubblico prevalente
Il regolamento di emergenza prevede che gli impianti di energia rinnovabile siano indicati come di interesse pubblico prevalente. Ciò consente alle nuove procedure di autorizzazione di beneficiare con effetto immediato di una valutazione semplificata per specifiche deroghe previste dalla legislazione ambientale dell'UE. Ma gli Stati hanno la possibilità di limitare l'applicazione di tali disposizioni a determinate parti del loro territorio e a determinati tipi di tecnologie o progetti.
Allo stesso tempo i Paesi membri potranno abbreviare ulteriormente i termini per la procedura autorizzativa e avranno la possibilità di applicare le norme di autorizzazione più rapide per le richieste di autorizzazione in corso.
Il regolamento velocizza gli investimenti in fotovoltaico e pompe di calore
Nel dettaglio, il regolamento d’emergenza punta in primis sull’energia solare e per una ragione molto semplice: si tratta di una fonte di elettricità e riscaldamento rinnovabile a basso costo che può essere implementata rapidamente, a vantaggio diretto dei cittadini e delle imprese. Del resto non è una novità che già a maggio, nella cornice del piano REPowerEU, la Commissione ha presentato la strategia UE per il solare con l'obiettivo di connettere alla rete oltre 320 GW di solare fotovoltaico di nuova installazione entro il 2025, più del doppio rispetto ai livelli odierni, e quasi 600 GW entro il 2030.
Data l'attuale volatilità dei prezzi dell'elettricità, concedere autorizzazioni molto più rapide accelererà il ritmo delle installazioni del fotovoltaico sugli edifici. Ed è proprio a questo che punta Bruxelles.
In particolare, per le apparecchiature per l’energia solare l’iter autorizzativo non dovrà supererà i tre mesi. In determinate circostanze, per i progetti di energia solare su strutture artificiali esistenti non sarà previsto l'obbligo di effettuare una valutazione specifica dell'impatto ambientale. L'installazione di apparecchiature solari con una capacità fino a 50 kW, anche per le persone che producono energia solare per il proprio consumo, beneficerà di un accordo tacito dopo un mese dall'applicazione, a condizione che non vi siano problemi di sicurezza, stabilità e affidabilità della rete.
Di fatto il regolamento introduce il concetto di "silenzio amministrativo positivo", in pratica un silenzio assenso nelle procedure per il rilascio delle autorizzazioni che mira a promuovere e accelerare la diffusione di impianti su piccola scala.
Ma il focus non è solo sui nuovi impianti e il regolamento punta anche al ripotenziamento degli impianti di energia pulita esistenti che hanno un doppio vantaggio: oltre a ridurre il consumo di gas non necessitano della designazione di nuovi siti per le installazioni. La proposta snellisce quindi il processo di rilascio delle autorizzazioni applicabile al repowering dei progetti di energia rinnovabile includendo tutte le valutazioni ambientali pertinenti nel termine massimo di 6 mesi. Qualora la revisione della potenza comporti un aumento fino al 15% della capacità dell'impianto di produzione, le connessioni alla rete saranno consentite entro tre mesi.
Oltre alle FER, la Commissione punta su una tecnologia chiave per ridurre l’impiego del gas nel riscaldamento e raffrescamento, vale a dire le pompe di calore.
In questo caso è fissato il termine di un mese per l'installazione di pompe di calore con capacità inferiore a 50 MW e di tre mesi per le pompe di calore geotermiche.
Per alcune categorie di pompe di calore, le connessioni alla rete di trasmissione o di distribuzione sono autorizzate previa notifica.
Gli Stati possono escludere determinate aree o strutture per motivi connessi alla tutela del patrimonio culturale, agli interessi della difesa nazionale o alla sicurezza.
Il testo del Regolamento (UE) 2022/2577 del Consiglio del 22 dicembre 2022 che istituisce il quadro per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili