Entra in vigore oggi il decreto prezzi che fissa i massimali dei lavori per il superbonus 110% e incentivi minori. Una misura prevista dalla Manovra 2022 per contenere i costi delle ristrutturazioni e salvaguardare i conti pubblici.
A partire dal 15 aprile 2022, dunque, i lavori per i quali si richiede o si deposita il titolo abilitativo dovranno rispettare gli importi massimi indicati dal decreto ministeriale del 14 febbraio 2022 che contiene ben 34 voci di spesa che d’ora in avanti diventeranno il punto di riferimento per le asseverazioni di congruità dei prezzi fatte dai professionisti.
Come richiesto dalle imprese, però, non si tratta di costi onnicomprensivi. Dai tetti massimi, infatti, restano fuori l’IVA, gli oneri professionali e i costi di posa in opera. Voci di spesa che solitamente cubano il 40%-50% dei costi totali e su cui, però, è impossibile rintracciare un'omogeneità, variando molto da cantiere a cantiere. Per questo, sin dall’inizio, le imprese avevano chiesto al MITE di evitare prezzi “chiavi in mano”, ottenendo alla fine lo stralcio di queste voci dai massimali indicati nel decreto.
Il decreto massimali superbonus
Entrando più nel dettaglio, il decreto prezzi del MITE è composto da cinque articoli, più l’allegato con le 34 voci di spesa da rispettare. Come aveva spiegato a suo tempo il ministero, il decreto aggiorna i massimali “già vigenti per l’ecobonus, aumentandoli almeno del 20% in considerazione del maggior costo delle materie prime e dell’inflazione”. L’unica eccezione è rappresentata dai cappotti termici nelle zone più fredde, per i quali è previsto un aumento del 30%.
Come già accennato, il decreto prezzi massimi contiene in tutto 34 categorie di spesa (come quelle per le caldaie, gli infissi, il cappotto termico o le pompe di calore, solo per citarne alcuni) che d’ora in avanti diventeranno l’unico punto di riferimento per le asseverazioni dei lavori edilizi che sono obbligatorie. Restano fuori, pertanto, i cantieri che costano meno di 10 mila euro e gli interventi di edilizia libera.
Per tutti gli altri costi non indicati nel decreto, invece, imprese e cittadini potranno continuare a far riferimento ai prezziari predisposti dalle Regioni e dalle Province autonome, oppure ai listini delle camere di commercio competenti o, ancora, ai prezziari della casa editrice DEI. “Per queste voci al fine di evitare speculazioni - aveva però specificato qualche settimana fa il MITE - sarà comunque indispensabile l’asseverazione della congruità della spesa da parte di un tecnico abilitato”.
Quando entra in vigore il nuovo decreto prezzi massimi?
Le novità previste dal decreto prezzi del MITE si applicano “agli interventi per i quali la richiesta del titolo edilizio sia stata depositata successivamente alla data di entrata in vigore del decreto”, fissata per il 15 aprile 2022.
Da oggi in poi, quindi, i lavori sopra i 10mila euro che intendano beneficiare del superbonus e degli altri bonus edilizi e per i quali vige l’obbligo di asseverazione, dovranno usare come termine di riferimento per la verifica della congruità dei costi, il nuovo decreto prezzi.
Inoltre, parlando sempre di tempistiche, il decreto ha previsto anche una revisione annuale dei massimali in modo da star dietro ad un quadro in continua evoluzione. L’ultimo articolo del decreto ha infatti stabilito che “entro il 1° febbraio 2023 e successivamente ogni anno, i costi massimi (...) siano aggiornati in considerazione degli esiti del monitoraggio svolto da ENEA”.
La legge di bilancio 2022 e il decreto sui prezzi massimi del superbonus
Il decreto, come già accennato, è stato previsto dall’ultima manovra fiscale per porre un freno alla costante lievitazione dei prezzi degli interventi del superbonus che, per come era stato concepito, si stava trasformando in un classico esempio di moral hazard.
L’assenza di contromisure e incentivi adeguati a imprese e famiglie a contenere i prezzi (visto che l’intero intervento è pagato con i soldi pubblici) ha fatto infatti lievitare a dismisura i prezzi delle ristrutturazioni.
“Con questo decreto – ha spiegato invece il ministro Roberto Cingolani - si completa l’operazione che sta portando avanti il governo ponendo un freno all’eccessiva lievitazione dei costi riscontrata in tempi recenti e riportando il superbonus a un esercizio ragionevole che tuteli lo Stato e i cittadini, venendo incontro anche alle esigenze del settore e dell’efficientamento energetico”.
Consulta il DM del 14.02.2022, GURI n. 63 del 16.03.2022
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