I finanziamenti SIMEST per l’internazionalizzazione si arricchiscono di un nuovo elemento, estremamente vantaggioso per le imprese. Da oggi, infatti, si potrà ottenere la metà delle somme richieste a fondo perduto, ossia senza l’obbligo di restituzione.
La società del Gruppo CDP presieduta da Pasquale Salzano e guidata da Mauro Alfonso prosegue, quindi, nella direzione di supportare l’imprenditoria italiana che opera sui mercati internazionali, facendo di questi finanziamenti uno dei pilastri del Patto per l’Export lanciato nei mesi passati dal Governo.
Si tratta, lo ricordiamo, dei finanziamenti che fanno capo al Fondo 394-81 e che SIMEST eroga su risorse pubbliche gestite per conto del Ministero degli affari esteri e della coperazione internazionale (MAECI).
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II contributo a fondo perduto al 50%
La concessione dei finanziamenti SIMEST anche con una quota di fondo perduto (e non più solo di prestiti da restituire) era stata decisa dal Governo nel decreto Cura Italia, come mezzo per sostenere le imprese in questo momento di crisi causata dal Covid.
Fino a ieri, però, la percentuale di fondo perduto si fermava al 40%. Adesso invece, grazie al via libera della Commissione UE sulla possibilità di applicare alla misura gestita da SIMEST le regole del "temporary framework" sugli aiuti di Stato, la percentuale sale al 50%, per un limite di 800 mila euro di aiuti complessivi per singola impresa.
Questa opportunità resterà in vigore fino alla fine del 2020, assieme ad un’altra delle grandi novità che in questi mesi hanno interessato i finanziamenti SIMEST: l'esenzione dalla presentazione di garanzie per ottenere le agevolazioni.
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Le altre novità che hanno potenziato i finanziamenti SIMEST
Come si è visto, l’innalzamento del fondo perduto al 50% non è la sola novità che nel 2020 ha investito i finanziamenti SIMEST. Via via che le conseguenze negative del Covid diventavano chiare e l’UE allargava le maglie delle regole sugli aiuti di Stato, il Governo è intervenuto attraverso decreti mirati, potenziando i finanziamenti SIMEST.
Oltre all’eliminazione per il 2020 dell’obbligo di presentare garanzie, infatti, si è proceduto anche con:
- lo stanziamento di un importante rifinanziamento del fondo pubblico da cui SIMEST attinge la liquidità per sovvenzionare le aziende;
- l’innalzamento degli importi massimi;
- l’ampliamento della gamma di spese finanziabili;
- l’allargamento della platea delle imprese che possono accedere alle agevolazioni.
A questi si aggiunge poi l’estensione dell’operatività dei finanziamenti SIMEST anche a progetti di internazionalizzazione all’interno dei paesi UE. Una modifica non da poco, se si pensa che il 50% dell’export italiano avviene all’interno dell’Unione. Con la pandemia, poi, i paesi comunitari sono diventati ancora più importanti, data la regionalizzazione - almeno per il momento - del commercio internazionale e il possibile accorciamento delle catene globali del valore.
L’ultimo provvedimento normativo in termini cronologici è stato, infine, il decreto Agosto che inietta ulteriori risorse nel fondo SIMEST, destinandone una quota specifica per il rilancio degli Enti fieristici italiani. Il settore fieristico infatti, nonostante sia stato inevitabilmente ridimensionato dal Covid, continua a essere competitivo a livello mondiale, restando uno strumento fondamentale per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole.
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