Il FEASR deve rientrare nel Regolamento sulle disposizioni comuni per il settennato 2021-2027. E' una delle richieste contenute nella relazione sul Regolamento CPR approvata in commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo.
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Via libera della commissione Sviluppo regionale (REGI) del Parlamento europeo al Regolamento contenente le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), al Fondo sociale europeo Plus (FSE+), al Fondo di coesione (FC), al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), al Fondo Asilo e migrazione (FAMI), al Fondo per la Sicurezza interna (ISF) e allo Strumento per la gestione delle frontiere e i visti (BMVI) nella programmazione 2021-2027.
Alla luce dell'importanza del Regolamento CPR gli eurodeputati hanno deciso di affidare la relazione a due correlatori, Andrey Novakov (PPE) e Constanze Krehl (S&D), che hanno lavorato in tempi record sugli oltre 2mila emendamenti presentati in commissione REGI e sui pareri delle dieci commissioni investite, per accelerare l'adozione del testo e anticipare la battuta d'arresto dovuta alle elezioni europee di maggio.
La relazione, che dovrebbe essere approvata in plenaria a Strasburgo il 13 febbraio, così da avviare immediatamente i negoziati con il Consiglio, introduce diverse modifiche alla versione proposta a fine maggio dalla Commissione europea.
> La proposta della Commissione per la Politica di Coesione post 2020
Reintrodurre FEASR e Grandi progetti
Per quanto riguarda l'ambito di applicazione del Regolamento gli eurodeputati chiedono anzitutto di reintegrare il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), escluso dalla proposta della Commissione nonostante l'intento dichiarato di avere un libro unico delle regole che faciliti la semplificazione, la coerenza amministrativa e le sinergie fra diversi fondi europei.
Come avvenuto nel settennato 2014-2020, inoltre, il Regolamento CPR dovrebbe contenere anche le norme – semplificate - relative ai controlli speciali sui Grandi progetti finanziati dai fondi UE.
Aumentare risorse per Politica Coesione
In tema di risorse la relazione chiede anzitutto di garantire un budget adeguato alla Politica di Coesione nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, incrementando di circa il 12% quanto proposto dalla Commissione per FESR, FC e FSE+, in modo da ripristinare un livello analogo a quello della programmazione 2014-2020.
Alla luce di questo incremento gli eurodeputati propongono anche di ripristinare il livello di finanziamenti disponibile per l'Iniziativa urbana europea e la cooperazione transnazionale a sostegno di soluzioni innovative e di fissare al 97% e al 3% le quote destinate, rispettivamente, all'obiettivo generale dell'occupazione e della crescita e al programma Interreg per la cooperazione transfrontaliera, modificando leggermente la ripartizione proposta dall'Esecutivo UE (97,5% e 2,5%)
Attenzione ai trasferimenti di fondi
Pur sostenendo l'importanza del nuovo programma InvestEU - che nel QFP 2021-2027 riunirà tutti gli strumenti finanziari attualmente esistenti in un unico contenitore - e la necessità di aumentare la garanzia pubblica su cui si basa da 38 a 40,8 miliardi di euro, gli eurodeputati si oppongono alla proposta della Commissione di consentire agli Stati membri di trasferire fino al 5% delle loro dotazioni dalla Politica di Coesione al nuovo fondo.
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Discorso analogo per il trasferimento di 10 miliardi di euro dal Fondo di coesione al Connecting Europe Facility (CEF). Si tratta di un programma di valore, riconoscono gli europarlamentari, ma non dovrebbe essere alimentato a scapito del FC.
Anche i trasferimenti tra fondi e tra categorie di regioni non convincono il Parlamento.
La proposta della Commissione che consente agli Stati membri di trasferire fino al 5% delle loro dotazioni da uno specifico fondo ad un altro potrebbe mettere in pericolo l'adempimento degli obiettivi fondamentali della Politica di Coesione e la facoltà di destinare fino al 15% delle dotazioni per le regioni meno sviluppate alle altre categorie di regioni finirebbe per sottrarre risorse ai territori che ne hanno più bisogno.
Per garantire una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse, senza perdere di vista le finalità della Coesione, la relazione chiede quindi di ammettere il trasferimento tra fondi solo a favore di FESR, FC e FSE+ e di ridurre al 5% la quota massima trasferibile alle regioni più sviluppate e in transizione.
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Tassi di cofinanziamento e prefinanziamento
La relazione interviene anche sulla proposta della Commissione di modulare i tassi di cofinanziamento in base al fondo e alla categoria di regione, proponendo un cofinanziamento del 50% per le regioni più sviluppate, del 60% per le regioni in transizione e dell'85% per le regioni meno sviluppate, a titolo del Fondo di coesione e nell'ambito dei programmi Interreg.
Il prefinanziamento, che nella proposta della Commissione deve essere versato su base annuale al tasso forfettario dello 0,5%, dovrebbe invece variare in relazione al livello di attuazione, aumentando gradualmente ogni anno, fino a raggiungere il 2% dei fondi nell'ultimo anno.
In caso di non conformità alle raccomandazioni legate al Semestre europeo, inoltre, per evitare di punire le comunità locali gli eurodeputati chiedono di sospendere solo gli stanziamenti di impegno e non quelli di pagamento e sempre entro una determinata soglia.
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