Agenda digitale – post Samaritani, i candidati alla guida dell'AgID
Sono 76 i candidati a subentrare ad Antonio Samaritani alla guida dell'Agenzia per l'Italia digitale (AgID). Tre nomi saranno segnalati dalla commissione di valutazione alla ministra della PA Giulia Bongiorno per la scelta del nuovo direttore generale.
Il 13 luglio si sono chiusi i termini per partecipare alla procedura di selezione a evidenza pubblica per la nomina del nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale. 76 i candidati a prendere il posto di Antonio Samaritani, subentrato ad Alessandra Poggiani nel maggio 2015 e il cui mandato è scaduto il 2 luglio 2018 dopo i tre anni e i 45 giorni di proroga previsti dalla legge.
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L'incarico di direttore AgID
Il direttore generale dell’AgID è il legale rappresentante dell'Agenzia, la dirige ed è responsabile della gestione e dell'attuazione delle direttive impartite dal ministro per la pubblica amministrazione, nonché del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Ministero.
Il direttore, in carica tre anni con possibilità di rinnovo, è anche responsabile dei rapporti con le istituzioni e le amministrazioni pubbliche nazionali, comunitarie e internazionali, nonché con le regioni e le autonomie locali.
L'incarico di direttore dell'AgID è incompatibile con altri rapporti di lavoro subordinato, pubblico o privato, o di lavoro autonomo, e con qualsiasi altra attività professionale privata, anche occasionale, che possa entrare in conflitto con gli scopi e i compiti dell'Agenzia.
I requisiti richiesti dal bando comprendono, oltre a un ottima conoscenza della lingua inglese:
- una comprovata qualificazione professionale nel settore ICT, maturata per un periodo di almeno cinque anni, in posizione dirigenziale presso pubbliche amministrazioni o in ruoli di direzione tecnica e amministrativa in aziende private di media o grande dimensione;
- elevata esperienza nella gestione di team eterogenei e multidisciplinari e nelle dinamiche di business e gestione dello sviluppo di prodotti e servizi digitali, nella conduzione di progetti e programmi tecnologici complessi volti a favorire la trasformazione digitale dell’amministrazione o dell’organizzazione per conto della quale ha operato;
- documentata conoscenza del Codice dell’amministrazione digitale, della normativa e della governance relativa alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché dei processi di e-procurement del settore pubblico;
- conoscenza della progettazione, realizzazione e implementazione di piattaforme digitali.
I candidati alla successione di Samaritani
Sono 76 le domande di partecipazione pervenute e quasi tutti i candidati – 68 per la precisione – hanno dato l’assenso alla pubblicazione del proprio nominativo.
Tra i papabili alla successione di Samaritani ci sarebbero Caterina Cittadino, componente del Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione (NUVAP) del Dipartimento per le Politiche di Coesione, già alla guida del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (Cnipa), dal 2009 rinominato DigitPA e poi sostituito dall'AgID, e Laura Castellani, responsabile del settore infrastrutture e tecnologie per lo sviluppo della società dell'informazione della Regione Toscana.
In corsa anche Daniela Intravaia, già responsabile della realizzazione del processo civile telematico alla guida della Direzione Generale Sistemi Informativi Automatizzati del Ministero Giustizia, e Roberto Moriondo, direttore generale del Comune di Novara e rappresentante delle Regioni e Province Autonome nel Comitato d'indirizzo dell'Agenzia per l’Italia Digitale.
In pole ci sarebbe anche Giovanni Vetritto, direttore generale del Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri e inventore del modello delle community di innovazione per la trasformazione tecnologica del sistema amministrativo locale.
Nell'elenco delle candidature rese note non figura il nome di Massimo Melica, avvocato cassazionista del Foro di Milano esperto di diritto applicato alle nuove tecnologie della comunicazione, tra i profili circolati nelle scorse settimane per la successione di Samaritani, nè quello di Diego Piacentini, attualmente in aspettativa dal ruolo di senior vice president international in Amazon e fino al 16 settembre commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale, per cui non si esclude il rinnovo.
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La procedura di selezione
In base alla procedura la valutazione dei profili sarà effettuata da una commissione costituita da tre esperti, nominata con decreto del ministro della PA.
La commissione potrà invitare i candidati più qualificati, fino a un massimo di dieci, a sostenere un colloquio, prima di indicare alla ministra Giulia Bongiorno una rosa di tre nominativi tra cui scegliere il destinatario dell'incarico. La stessa ministra potrà procedere all'audizione dei candidati, per valutarne professionalità, capacità manageriale ed esperienza, prima di affidare l'incarico.
Commenti
Al di là di chi assumerà l'incarico di direttore generale dell'AgID, ha sottolineato nei giorni scorsi il presidente di ForumPA Carlo Mochi Sismondi, è urgente un intervento di riordino della governance, con il Ministero della PA che delinea gli obiettivi di medio-lungo termine, la struttura commissariale che definisce la strategia e l'Agenzia per l'Italia digitale che si occupa della realizzazione degli interventi previsti nei tempi stabiliti.
Senza fare chiarezza su compiti e poteri, ha avvertito, "nessun mago riuscirà a portarci fuori da una confusione che ci impone di correre con una zavorra così pesante sulle spalle, che qualsiasi sforzo ne sarà mortificato".
Sul tema si è espressa anche la vicepresidente di Fondazione Etica Paola Caporossi, secondo cui il nuovo direttore AgID "non dovrà essere un tecnico che parli alla casta degli iniziati dell'ICT, ma un conoscitore della PA, che abbia esperienza della complessità dell'organizzazione dei pubblici poteri".
Senza una reale conoscenza delle difficoltà amministrazioni regionali e locali, ha osservato, le innovazioni tecnologiche non riusciranno ad incidere sull'operatività degli uffici pubblici, ma rimarranno "un optional di lusso da piazzare in modo posticcio su una macchina che marcia stentatamente".
Photo credit: Angela Creta