Immigrazione - vademecum fondi UE per integrazione

|Novità|24 gennaio 2018

Immigrazione UEDa Bruxelles un vademecum per aiutare gli Stati membri ad utilizzare al meglio i fondi UE in progetti per l'integrazione dei migranti.

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La Commissione UE ha pubblicato un vademecum per aiutare le autorità nazionali e regionali a definire strategie e progetti di integrazione dei migranti e a individuare i fondi UE disponibili. L'obiettivo è contribuire, nell'attuale periodo di bilancio 2014-2020, a definire strategie locali di integrazione sostenute da risorse europee.

Misure UE per l'integrazione dei migranti

Fermo restando che la responsabilità in materia di integrazione spetta in primo luogo agli Stati membri, nel piano d'azione sull'integrazione del 2016 l'UE ha introdotto misure volte ad incentivare e sostenere questi ultimi nei loro sforzi per promuovere l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi. Tra gli interventi figurano finanziamenti mirati e strumenti volti ad affrontare la questione della coesione sociale ed economica negli Stati membri.

Una delle iniziative nell'ambito della nuova agenda per le competenze per l'Europa prevede inoltre l'istituzione dello strumento europeo di determinazione delle competenze per i cittadini di Paesi terzi, uno strumento online e offline che permetterà ai cittadini di Paesi extra UE di presentare le loro competenze, qualifiche ed esperienze in modo comprensibile ai datori di lavoro, agli erogatori di istruzione e formazione e alle organizzazioni che lavorano con i migranti in tutta l'Unione europea.

Nella revisione intermedia del quadro di bilancio per il 2014-2020, la Commissione europea ha proposto di introdurre nell'attuale regolamento sulla politica di coesione una nuova priorità per gli investimenti, dedicata esclusivamente all'integrazione dei migranti. Ciò mira a facilitare la modifica dei programmi della politica di coesione per reindirizzare i finanziamenti verso nuove priorità derivanti dalla sfida della migrazione.

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Vademecum sui fondi UE

Il vademecum sui fondi UE individua cinque priorità per strategie di integrazione a lungo termine globali ed efficienti:

  1. accoglienza,
  2. istruzione,
  3. occupazione,
  4. alloggio,
  5. accesso ai servizi pubblici.

Nel documento sono elencate le sfide più urgenti nell'ambito di queste cinque priorità insieme a misure di sostegno adeguate, ciascuna abbinata al corretto fondo europeo.

Ad esempio, nel settore dell'istruzione si possono usare congiuntamente diversi fondi dell'UE per rendere le scuole più inclusive e non segregate, mentre per rendere le strutture più moderne e accessibili si può fare ricorso al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo Asilo, migrazione e integrazione, invece, possono sostenere la formazione specifica degli educatori per aiutarli a far fronte all'abbandono scolastico, mentre il Fondo di aiuti europei agli indigenti può fornire assistenza materiale agli studenti in stato di bisogno.

Gli Stati membri e le regioni dispongono quindi di un'ampia gamma di strumenti di finanziamento UE a sostegno dei diversi tipi di progetti in materia di integrazione: dall'offerta di corsi di lingua e di assistenza sanitaria all'arrivo, al sostegno per trovare un lavoro, una casa in cui vivere e un posto nella società.

"Investire nelle politiche di integrazione oggi è fondamentale per garantire che la società europea rimanga in futuro prospera, coesa e inclusiva. Questa sarà la nostra priorità per i prossimi anni. Solo attraverso un'integrazione riuscita potremo rendere la migrazione una reale occasione per tutti, per i nostri cittadini, per i migranti e i rifugiati e per le nostre società in generale", ha dichiarato Dimitris Avramopoulos, commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza.

Marianne Thyssen, commissaria per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha aggiunto: "L'utilizzo ottimale dei fondi UE, come il Fondo sociale europeo, svolge un ruolo importante nel sostenere l'integrazione di coloro che provengono da un contesto migratorio, in parallelo ad ulteriori investimenti nella forza lavoro dell'UE esistente. Abbiamo creato inoltre uno strumento di determinazione delle competenze che aiuta i cittadini di Paesi terzi a presentare le loro competenze nel mercato del lavoro europeo."

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