Progettazione - In arrivo 120 milioni per le diagnosi sismiche

|Novità|21 luglio 2017

Il piano è stato annunciato dal Ministero delle Infrastrutture e farà parte delle attività di Casa Italia, il nuovo Dipartimento di Palazzo Chigi dedicato alla prevenzione. Oltre 550mila edifici in 650 Comuni italiani saranno sottoposti a una diagnosi speditiva, sul modello di quelle utilizzate in caso di terremoto. La grande novità, però, è che il piano non sarà pagato con capitali privati ma sarà interamente sostenuto da risorse pubbliche. E coinvolgerà con forza i professionisti.

Le novità di Casa Italia

“Il progetto Casa Italia – ha spiegato il Mit nel corso di un’interrogazione parlamentare - ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza del Paese a fronte di rischi naturali, come, ad esempio, quello sismico e quello idrogeologico”. Il 12 giugno scorso, la nuova struttura ha presentato a Palazzo Chigi un rapporto sulla promozione della sicurezza dai rischi naturali nel patrimonio abitativo. Al suo interno c’erano una serie di misure da attivare nei prossimi mesi.

La diagnostica speditiva

Tra queste spicca, soprattutto, “un programma di diagnostica speditiva esteso agli edifici caratterizzati da maggiore rischio sismico”. Specificamente, l’intervento coinvolgerà oltre 550mila edifici residenziali costruiti in muratura portante o in calcestruzzo armato prima del 1980, in assenza quindi di normative antisismiche stringenti. Saranno localizzati nei 650 comuni italiani a maggiore pericolosità sismica.

La struttura finanziaria

Ma l’aspetto più interessante riguarda la struttura finanziaria delle operazioni, dal momento che di solito questo tipo di interventi è stato finora pagato con oneri a carico dei privati. L'intervento, infatti, prevede che la diagnostica sia effettuata con oneri a carico dello Stato. “Il Dipartimento Casa Italia, appena istituito, sta avviando l'interazione con la Rete delle professioni tecniche per rendere operativa la misura”. L'investimento previsto è stimato in circa 120 milioni di euro.

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I cantieri sperimentali

Questa misura si accompagna all’attivazione di dieci cantieri sperimentali su tutto il territorio italiano, “finalizzati a sperimentare soluzioni non invasive di riduzione della vulnerabilità e a comprendere le condizioni per una più ampia diffusione sul territorio nazionale, con oneri a carico dello Stato stimati in 25 milioni di euro”. Questi cantieri pilota avranno, cioè, il compito di individuare le migliori pratiche da utilizzare nel resto del Paese.

Il portale del rischio

Un terzo intervento, infine, prevede la costituzione di un archivio informatizzato del rischio in cui far confluire tutte le informazioni di cui già oggi le pubbliche amministrazioni dispongono a livello di singolo edificio. Queste informazioni sono oggi disperse tra Agenzia delle Entrate, Catasto, Enea, Istat, Dipartimento della Protezione civile ma per il Governo devono diventare fruibili in maniera integrata.

Sperimentazione in corso

“A regime – spiegano dal Mit - questa soluzione consentirà di ottenere un quadro informativo coerente con gli obiettivi del fascicolo del fabbricato, limitando nel contempo gli oneri per i proprietari degli immobili”. Il progetto del portale unico del rischio è attualmente in fase di studio di fattibilità, “con l'obiettivo di verificare le soluzioni informatiche e organizzative più opportune e l'entità delle risorse necessarie”.