CdM - ok a DL giustizia per crescita e accesso al credito

|Novità|24 giugno 2015

Padoan - fonte: Palazzo ChigiAggiornamento del 30.06.2015 Un pacchetto di misure in materia di giustizia per affrontare alle radici il problema del credit crunch. E' quanto previsto dal decreto-legge Giustizia per la crescita approvato dal Consiglio dei Ministri. Avviata anche una prima discussione sui decreti legislativi per l'attuazione della delega fiscale (legge n. 23-2014).

L'obiettivo del decreto-legge varato dal CdM è affrontare alcune delle cause che determinano le difficoltà di accesso al credito delle imprese e interrompere il circolo vizioso per cui un'azienda in difficoltà rischia di trascinare con sé anche i propri fornitori di beni e servizi e gli intermediari finanziari con cui ha contratto obbligazioni che non riesce a soddisfare.

Il pacchetto, ha spiegato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, intende “rimettere in moto il mercato del credito che attualmente risente del peso dei crediti deteriorati”, prevedendo “una fase interinale per continuare a operare e la possibilità di recuperare i propri asset in situazione concorrenziale”. Inoltre, ha aggiunto Padoan, "uno degli altri principi più innovativi è che qualora ci sia da parte della maggioranza dei creditori un accordo sulla risoluzione consensuale dei rapporti di credito con le imprese non ci possa essere una dittatura della minoranza che impedisce di concludere questo accordo".

Le novità del decreto-legge

Nello specifico, il testo mira a sostenere i piani di risanamento delle imprese in crisi prevedendo la possibilità per il Tribunale di autorizzare la concessione di finanziamenti interinali in via d'urgenza, anche nel caso di concordato in bianco e senza attestazione di un professionista, con l'accordo dei principali creditori.

Per favorire la concorrenza nel concordato preventivo ed evitare la svalutazione abusiva del patrimonio, il decreto-legge stabilisce poi che le offerte per l’acquisto dei beni possono essere presentate, oltre che dal debitore, anche da terzi, purché siano migliorative e comparabili. Inoltre, in base al testo, il concordato preventivo può essere presentato anche dai creditori, laddove la proposta del debitore non preveda la soddisfazione di almeno il 25% dei crediti chirografari, anche in questo caso purché si tratti di una proposta migliorativa.

Sul fronte della ristrutturazione dei debiti, il dl punta ad evitare che alcuni creditori possano bloccare il processo di risanamento, stabilendo che l’accordo possa essere concluso anche con il 75% dei creditori finanziari, se questi rappresentano almeno la metà dell’indebitamento, garantendo però l’integrale pagamento dei creditori non finanziari.

Il Governo ha inoltre previsto la modifica della normativa fiscale sulla deducibilità ai fini Ires e Irap delle perdite su crediti degli enti creditizi e finanziari e delle imprese di assicurazione. In particolare, al posto della deducibilità in misura di un quinto per ciascun anno, il dl prevede la deducibilità integrale nell’esercizio in cui le perdite sono rilevate in bilancio.

Ulteriori novità riguardano le operazioni di vendita, che diventano più rapide grazie alla gestione prioritaria per via extra giudiziale e intervenendo sulle modalità di determinazione dei prezzi, sui criteri di aggiudicazione e sui costi per la pubblicità.

Infine, per ridurre i tempi delle procedure di fallimento e assicurare la terzietà del commissario giudiziale, la sua figura viene distinta da quella del curatore fallimentare.

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Aggiornamento del 30.06.2015
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