I liberi professionisti devono essere equiparati alle imprese e poter beneficiare dei fondi Ue. A stabilirlo è il piano di azione deciso da Bruxelles e presentato dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani.
Il piano d'azione europeo per le libere professioni, annunciato da Tajani durante una conferenza Bruxelles, stabilisce la partecipazione dei professionisti ai programmi finanziati dall'Unione europea, sia con fondi strutturali che con fondi diretti.
Il provvedimento, finalizzato a promuovere l'internazionalizzazione degli studi professionali, prevede inoltre l'istituzione di un gruppo di lavoro permanente che si riunirà annualmente e la partecipazione dei rappresentanti delle libere professioni alle conferenze Ue sulla politica d'impresa.
Secondo i dati relativi al 2010, in Europa sono circa 3,7 milioni i liberi professionisti attivi. Si tratta di persone che danno lavoro a circa 11 milioni di cittadini europei, con un giro di affari di 560 miliardi di euro.
Solo pochi giorni fa, in Italia, il Comitato unitario professioni (Cup), l'Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp), Confprofessioni e la Rete professioni tecniche avevano lanciato un appello alle Regioni e al Governo per chiedere di inserire i professionisti tra i potenziali beneficiari dei fondi europei 2014-2020.
"Senza il piano Ue - ha commentato il provvedimento il presidente del Cup Marina Calderone - c’era il rischio di perdere il 30% degli iscritti". I professionisti, ha aggiunto il presidente dell’Adepp Andrea Camporese, non solo possono, "ma devono" beneficiare dei finanziamenti europei.
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