
A sbloccare il via libera alla legge, con 195 voti favorevoli e 4 astenuti, è stata infatti la cancellazione della norma che equiparava agricoltura biologica e agricoltura biodinamica, criticata da numerosi esponenti della comunità scientifica. Modifica che ha richiesto un ulteriore passaggio al Senato, ma che – dopo tre legislature - consegna finalmente al settore una legge che mette ordine sul sistema delle autorità nazionali e locali e degli organismi competenti, dà definizione giuridica ai distretti biologici e promuove lo sviluppo della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura bio, anche attraverso l'introduzione di un marchio nazionale per contraddistinguere i prodotti ottenuti con il metodo biologico realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia.