Si alza l’asticella degli obiettivi europei in fatto di energie rinnovabili: dal 32% fissato dall’attuale direttiva RED II, la Commissione propone di passare al 38-40% entro il 2030. Ciò significa raddoppiare il contributo di eolico, solare e altre FER rispetto ai livelli attuali.
La revisione della direttiva RED II rientra in un progetto di portata ben più ampia, denominato Fit for 55 o Pacchetto Clima presentato il 14 luglio 2021: un maxipiano per adattare la legislazione su clima ed energia in modo da renderla "adatta al 55", vale a dire all’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030.
Un obiettivo più ambizioso: cosa prevede la nuova direttiva rinnovabili - RED II
Nel 2019, la quota di energia rinnovabile nell'UE nel suo complesso è stata del 19,7%.
La direttiva 2018 ha fissato un obiettivo al 2030 di almeno il 32% delle energie rinnovabili nel mix energetico europeo, sulla base di contributi nazionali. Quando gli Stati membri hanno presentato i loro Piani nazionali energia e clima, nel 2020, l'impatto cumulativo dei 27 piani è andato oltre questa cifra.
Tuttavia, con l'aumento dell'ambizione climatica è chiaro che anche l'obiettivo dell'UE in materia di rinnovabili deve essere più ambizioso. La proposta di revisione della RED II alza quindi l’asticella: produrre il 40% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
Gli Stati membri dovranno quindi aumentare i loro contributi per centrare collettivamente il nuovo obiettivo.
Cosa cambia con la nuova direttiva rinnovabili 2030
La revisione si concentra sui settori in cui l'integrazione delle energie rinnovabili si è mossa con maggiore lentezza, come il trasporto, gli edifici e l'industria.
La proposta di revisione infatti mira a consentire a consentire ai sistemi energetici dell'UE di diventare più flessibili, rendendo più facile integrare le FER nella griglia nel modo più efficiente possibile. Ciò dovrebbe accelerare lo sviluppo e la diffusione di teleriscaldamento, pompe di calore, batterie per la casa e veicoli elettrici.