Senza un'apertura verso i mercati globali e delle riforme per promuovere la competitività, non è possibile lo sviluppo sostenibile a lungo termine di un Paese. A dirlo è il Global Competitiveness Report 2016-2017 del World Economic Forum.
> Internazionalizzazione: SACE, rapporto 2016-2019 su export e investimenti
> Costruzioni - ANCE, aumenta presenza estera di imprese italiane
Il Global Competitiveness Report è il rapporto con cui il World Economic Forum valuta annualmente il grado di competitività di 138 economie mondiali, approfondendo i principali fattori alla base della loro produttività e prosperità. L'edizione di quest'anno, si legge nella nota del WEF, evidenzia che la minore apertura al commercio internazionale di beni e servizi che da circa un decennio caratterizza le economie mondiali sta minacciando la crescita e la prosperità a livello globale, rendendo sempre più difficile uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Tale tendenza, si legge, è principalmente attribuibile a:
- aumento delle barriere non tariffarie,
- procedure doganali onerose,
- norme che penalizzano gli IDE (investimenti diretti esteri) e la partecipazione estera.
Problemi, quelli elencati, sentiti soprattutto nelle economie ad alto e medio reddito.
Il report evidenzia, inoltre, che le misure di stimolo monetario, come il quantitative easing, si sono rivelate insufficienti a sostenere la crescita a lungo termine nelle economie avanzate del mondo. Per essere davvero efficaci, infatti, tali misure - si legge nella nota riassuntiva del rapporto - devono essere accompagnate da riforme della competitività. Un altro dei principali dati emersi dal reperto è, poi, che, per le economie emergenti, l'aggiornamento delle pratiche commerciali e aziendali e gli investimenti in innovazione sono oggi importanti tanto quanto le infrastrutture, le competenze e l'efficienza dei mercati.
Svizzera, Singapore e Stati Uniti risultano le tre economie più competitive al mondo. A seguire, nella top ten, i Paesi Bassi, la Germania, la Svezia, il Regno Unito, il Giappone, Hong Kong e la Finlandia.
URL non più disponibileSe molte economie europee continuano a dominare la top ten, si legge ancora nella nota, persiste ancora un profondo divario tra nord e sud della regione.