Dopo l'ok della plenaria del Parlamento europeo, anche il Consiglio ha approvato il nuovo pacchetto FAST-CARE proposto dalla Commissione il 29 giugno per potenziare le misure già adottate nei mesi scorsi e facilitare ulteriormente l'utilizzo dei fondi UE 2014-2020, dei fondi europei 2021-27 e delle risorse di ReactEU per l'emergenza in Ucraina.
La nuova iniziativa di Assistenza flessibile ai territori (Flexible Assistance to Territories FAST-CARE) - approvata il 4 ottobre dalla plenaria del Parlamento europeo e il 13 dal Consiglio, in entrambi i casi senza emendamenti che ne avrebbero rallentato l'iter - rende più flessibili le regole della Politica di Coesione e facilita la spesa dei fondi UE, compensando i ritardi dovuti all'effetto combinato della pandemia da COVID-19, dei rincari e della carenza di materie prime e di manodopera causati dalla guerra in Ucraina.
In che modo i fondi europei della Politica di Coesione sostengono i rifugiati dall'Ucraina?
Finora la Commissione ha adottato quattro iniziative per mobilitare la Politica di Coesione a supporto dell'accoglienza dei rifugiati.
CARE
La prima iniziativa, adottata l'8 marzo, si chiama CARE, acronimo di Cohesion’s Action for Refugees in Europe, e autorizza una flessibilità straordinaria nelle regole della Politica di Coesione 2014-2020 per consentire una rapida riassegnazione delle risorse ancora disponibili a sostegno dell'emergenza rifugiati. Oltre agli interventi di accoglienza e assistenza sanitaria, “gli Stati membri potranno utilizzare i fondi della Politica di Coesione per sostenere i rifugiati nella ricerca di un lavoro, nell'avvio o nel proseguimento dell'istruzione e nell'accesso all'assistenza all'infanzia” o per offrire “consulenza, formazione e assistenza psicologica”, ha spiegato il commissario per l'Occupazione e i diritti sociali, Nicolas Schmit.
Gli Stati membri e le regioni avranno quindi la possibilità di utilizzare le risorse del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE) per finanziare qualsiasi tipo di misura rivolta alle persone in fuga dall'Ucraina e ciascuno dei due fondi potrà anche sostenere progetti che sarebbero normalmente finanziati dall'altro. In aggiunta a ciò, ha sottolineato la commissaria Ferreira, “l'eccezionale tasso di cofinanziamento UE del 100% applicato in risposta alla pandemia sarà prorogato di un anno”.
Infine, la spesa degli Stati membri per tutte le azioni rivolte alle persone in fuga dall'Ucraina sarà ammissibile al sostegno dell'UE retroattivamente a partire dalla data di inizio dell'invasione russa (24 febbraio 2022) e la rendicontazione e l'iter di adozione dei programmi saranno semplificati.
Il regolamento riguardante l'Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa - che modifica il Regolamento disposizioni comuni contenente la disciplina di tutti i fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) - è stato adottato dal Consiglio il 4 aprile, dopo il voto della plenaria del PE del 24 marzo, ed è entrato in vigore il 9 aprile, giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
Prefinanziamento REACT EU
La seconda iniziativa è stata adottata dalla Commissione il 23 marzo e consiste nella proposta di aumentare il prefinanziamento per gli Stati membri nell'ambito di REACT EU, lo strumento ponte tra la Politica di Coesione 2014-2020 e la nuova programmazione dei fondi europei 2021-27.
Nello specifico, l'Esecutivo UE ha proposto di aumentare il prefinanziamento dall'11% al 15% della quota REACT EU 2021 per tutti gli Stati membri e di portare tale percentuale al 45% per i Paesi più vicini al teatro di guerra, vale a dire Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, e per gli Stati che a un mese dall'aggressione russa hanno ricevuto il maggior numero di arrivi dall'Ucraina in proporzione alla loro popolazione nazionale, pari a oltre 1% della loro popolazione (ovvero Austria, Bulgaria, Cechia ed Estonia).
Questo aumento totale del prefinanziamento da versare agli Stati membri, che vale in tutto circa 3,5 miliardi di euro, è stato approvato dal Coreper e dalla plenaria del PE il 6 aprile, confermato in via definitiva dal Consiglio e pubblicato in Gazzetta ufficiale europea il 12 aprile, per entrare in vigore il giorno successivo.
Il 28 aprile è arrivo il via libera di Bruxelles all'erogazione degli anticipi aggiuntivi agli Stati membri. L'Italia, con 452,1 milioni di euro, è - insieme a Polonia (562 milioni), Romania (450,1 milioni) e Spagna (434,2 milioni) - tra i principali destinatari degli importi autorizzati dalla Commissione.
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Finanziamento semplificato
Nel Regolamento sul prefinanziamento React EU rientra anche il terzo tassello del pacchetto di misure proposto dalla Commissione: l'introduzione di una nuova "opzione di costo semplificata" per coprire i bisogni immediati dei rifugiati come cibo, assistenza materiale di base, nonché i costi di alloggio e trasporto.
I 27 possono quindi beneficiare di un importo settimanale predefinito (40 euro) da destinare a tutti coloro a cui è stata concessa protezione temporanea ai sensi della relativa direttiva UE e che si trovano in quello Stato membro. Questa opzione può essere utilizzata per un massimo di 13 settimane dall'arrivo di ogni persona nell'Unione e permette di concentrare gli sforzi amministrativi dei Paesi UE sull'accoglienza, anzichè sulla burocrazia connessa alla gestione dei fondi europei.
FAST-CARE
L'ultimo pacchetto di misure è stato adottato dalla Commissione europea il 29 giugno e si chiama FAST-CARE, che sta per Flexible Assistance to Territories e opera lungo tre filoni di intervento.
Il primo riguarda il maggiore sostegno a Stati membri, autorità e organizzazioni della società civile che accolgono gli sfollati, attraverso:
- incremento dei prefinanziamenti di ulteriori 3,5 miliardi di euro, da versare nel 2022 e nel 2023, in aggiunta ai 3,5 miliardi già versati a titolo di REACT-EU dal marzo 2022
- estensione della possibilità di un cofinanziamento dell'UE del 100% per il periodo 2014-2020 anche alle misure che promuovono l'integrazione socioeconomica dei cittadini dei paesi terzi e anche ai programmi cofinanziati dai fondi europei 2021-2027
- possibilità per gli Stati membri di aumentare l'importo del costo unitario semplificato, passando dai 40 euro introdotti da CARE a 100 euro alla settimana a persona, per coprire le esigenze di base dei rifugiati e di richiederne il rimborso fino a 26 settimane, rispetto alle 13 attuali
- estensione della possibilità di finanziamento incrociato già concessa nell'ambito di CARE tra il FESR e il FSE+ anche al Fondo di coesione.
Il secondo blocco di misure è volto a garantire che gli investimenti arrivino dove è più necessario, stabilendo che:
- almeno il 30% delle risorse mobilitate dalle flessibilità previste deve essere concesso a operazioni gestite da autorità locali e organizzazioni della società civile che operano nelle comunità locali, per fornire un sostegno adeguato a coloro che portano il peso di questi sforzi
- ai fini del rimborso, le spese per operazioni correlate alle sfide migratorie possono ora essere dichiarate retroattivamente, anche quando l'operazione è già stata completata
- i programmi possono sostenere operazioni al di fuori del campo di applicazione geografico del programma, ma all'interno dello Stato membro. Ciò permetterà di convogliare il sostegno dove è più necessario, dato che spesso i rifugiati si spostano all'interno degli Stati membri.
Infine, per contribuire praticamente a risolvere il problema dei ritardi nell'attuazione dei progetti, FAST-CARE autorizza:
- il finanziamento con fondi UE 2021-27 dei progetti di importo superiore a un milione di euro finanziati nell'ambito dei programmi 2014-2020 ma che non hanno potuto essere completati in tempo a causa di aumenti dei prezzi, carenze di materie prime e manodopera
- una maggiore flessibilità per gli Stati membri alla chiusura dei programmi per sfruttare al massimo l'importo dei fondi che possono ottenere, anche in caso di ritardi nell'attuazione.
Per accelerare la procedura, il Consiglio ha deciso di non modificare il testo della proposta della Commissione e il 20 luglio ha approvato il mandato per il negoziato con il PE, che il 16 settembre ha dato il primo via libera in commissione Sviluppo regionale, sempre senza emendamenti che ne avrebbero rallentato l'adozione.
Il testo legislativo è stato approvato in plenaria il 4 ottobre con 592 voti favorevoli, 12 contrari e 10 astensioni e ha ottenuto il 13 ottobre il via libera formale degli Stati membri. A questo punto FAST-CARE può entrare in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.
Quali sono le altre misure UE per l'emergenza umanitaria?
L'intervento dei fondi europei in risposta alla guerra in Ucraina non si limita tuttavia alla Politica di Coesione. Già a marzo la Commissione ha approvato lo stanziamento di 500 milioni di euro a carico del bilancio UE per affrontare le conseguenze umanitarie della guerra, fornire cibo, acqua, assistenza sanitaria e alloggi, e contribuire a soddisfare le esigenze di base delle persone più vulnerabili.
Inoltre, l'Esecutivo UE ha proposto di prorogare il periodo di attuazione dei Fondi per gli affari interni 2014-2020, in modo da mobilitare circa 420 milioni di euro di sostegno aggiuntivo. Proposta, quest'ultima, adottata dal Consiglio il 4 aprile insieme al regolamento CARE e alla modifica del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (FAMI) per il periodo 2021-2027, che fornirà risorse supplementari per l'accoglienza delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina grazie allo sblocco degli importi precedentemente destinati ad altri scopi, ma non ancora spesi.
Tra le altre misure rientrano poi gli orientamenti operativi per aiutare le guardie di frontiera degli Stati membri a gestire efficacemente gli arrivi alle frontiere con l'Ucraina e a ridurre i tempi di attesa, mantenendo nel contempo un elevato livello di sicurezza. Infine, l'UE ha deciso all'unanimità di attivare la direttiva sulla protezione temporanea per offrire chiarezza e sicurezza alle persone che ne hanno bisogno, accordando il diritto all'assistenza sociale, l'accesso al mercato del lavoro e all'istruzione.
“Con l'invasione russa dell'Ucraina la guerra è purtroppo tornata in Europa, e in questi momenti tragici dobbiamo aiutare l'Ucraina, ma anche i suoi vicini che ne subiscono le conseguenze. Stiamo già consegnando la nostra prima assistenza emergenziale. E nell'ambito dei 500 milioni di euro stanziati, stiamo preparando con urgenza un pacchetto di 330 milioni di euro per assistere sia coloro che sono rimasti in Ucraina, sia coloro che sono stati costretti a fuggire, specialmente bambini e persone anziane. Lavoreremo inoltre per obiettivi a più lungo termine, dalla sicurezza energetica alla ripresa economica alla resilienza”, ha dichiarato il commissario per il Vicinato e l'allargamento Olivér Várhelyi.