I ritardi su alcuni dossier PNRR non vanno letti solo come questioni formali, legate cioè al raggiungimento degli obiettivi per il 2022 da cui dipendono le rate dei fondi europei. La questione è più articolata e riguarda la messa a terra di investimenti e riforme del Piano. Si veda il caso della revisione del credito d’imposta Transizione 4.0 per interventi a supporto dell’economia circolare: una misura prevista entro fine anno ma assente in Manovra e che rischia così di essere rimandata al 2023.
L’attenzione mediatica e politica sul PNRR si concentra sui ritardi accumulati da alcuni dossier - come quello sul potenziamento di asili nido e scuole dell’infanzia, su cui ha puntato in questi giorni la lente della Corte dei Conti - e sulla necessità di mettere al sicuro i 55 obiettivi previsti entro fine anno.
Attenzione sacrosanta considerato il fatto che dal raggiungimento degli obiettivi formali dipende la terza rata dei fondi europei per il Recovery.
Ma il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è, o meglio non dovrebbe essere, s