Il nuovo framework temporaneo di Crisi e Transizione allenta le maglie degli aiuti di stato per permettere ai Paesi europei di fornire sovvenzioni maggiori e più rapide alle aziende che investono nelle tecnologie green, ovvero nelle apparecchiature e nei componenti per pannelli solari, turbine eoliche, batterie, pompe di calore, elettrolizzatori, dispositivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio e per la produzione e il riciclaggio delle materie prime critiche.
Si tratta di una misura annunciata il 1° febbraio nell’ambito del Green Deal Industrial Plan e che di fatto rappresenta la più incisiva risposta europea all’IRA, la legge statunitense che concede oltre 300 miliardi di euro per l'industria green e clean tech Made in Usa.
Le nuove norme sugli aiuti di stato, previste dal quadro temporaneo di crisi e transizione, servono innanzitutto a trattenere in Europa quelle grandi aziende, da Volkswagen a Intel, che stanno valutando di concentrare i propri investimenti e la propria presenza industriale negli Stati Uniti, come ricostruito in questo articolo.
Le norme in materia di aiuti di Stato, ha spiegato la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager offrono “agli Stati membri la possibilità di concedere aiuti di Stato in modo rapido, chiaro e prevedibile” e “permettono agli Stati membri di accelerare gli investimenti a zero emissioni nette in questa difficile congiuntura, tutelando nel contempo le condizioni di parità nel mercato unico e gli obiettivi di coesione”.
Cosa prevede il quadro temporaneo di crisi e transizione: i nuovi aiuti di stato per la transizione green
Volendo semplificare, con i nuovi aiuti di stato green la Commissione europea allenta le regole finora vigenti per permettere ai Paesi UE di concedere alle aziende sovvenzioni maggiori e che si possono ottenere in modo più rapido e chiaro.