Una serie di misure anticrisi da approvare con un decreto-legge sbloccacantieri entro fine anno, in attesa che sia completato il processo di riforma vera e propria del Codice appalti. E’ questa la ricetta di ANCE per superare la paralisi del comparto delle opere pubbliche.
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Si è tenuta nelle scorse ore presso la Commissione Lavori Pubblici del Senato l’audizione dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) nell’ambito dell’indagine conoscitiva in corso in vista di una riforma del Codice dei contratti pubblici (D.lgs 50-2016).
La delegazione ANCE è stata guidata dal vicepresidente Edoardo Bianchi, che in premessa ha evidenziato il pesante ritardo infrastrutturale dell’Italia "che rende urgente l’adozione di misure per accelerare la realizzazione di opere pubbliche necessarie per la qualità della vita e per la crescita". Manutenzione del territorio, sicurezza delle scuole e degli edifici pubblici, infrastrutture per la competitività delle città e dei territori sono, ha detto Bianchi, gli elementi indispensabili per lo sviluppo sociale ed economico del Paese.
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Misure anticrisi da adottare subito con un decreto legge
Il vicepresidente è poi passato alle proposte dell’associazione per sbloccare la paralisi del comparto delle infrastrutture italiano. Innanzitutto, ha spiegato Bianchi, l’Italia deve recepire una serie di misure urgenti anticrisi "attraverso un decreto-legge 'sbloccacantieri' da adottarsi con urgenza entro fine anno". Queste misure, ha continuato, dovranno trovare applicazione fino a quando il processo di riforma del Codice non verrà completato e il nuovo quadro normativo non sarà a regime.
I provvedimenti urgenti previsti da ANCE riguardano:
- il subappalto;
- i criteri di aggiudicazione;
- la procedura negoziata sotto soglia;
- la nuova qualificazione SOA;
- l’appalto integrato;
- la partecipazione alle gare di imprese in crisi;
- lo split payment.