In un documento inviato al Senato le Regioni fanno il punto sulle criticità incontrate nello sviluppo delle politiche per la mobilità sostenibile e propongono misure per recuperare il ritardo accumulato.
> Mobilita’ sostenibile – ruolo centrale per auto elettrica e Tpl
> Auto elettrica – proposte per recuperare il ritardo italiano
L’ambizione c’è, i buoni principi non mancano. Quel che talvolta è mancato nelle politiche nazionali ed europee in materia di mobilità sostenibile è il coraggio. Nel documento messo a punto dalla Conferenza delle Regioni, e inviato alle commissioni parlamentari Ambiente e Lavori pubblici del Senato, si sottolinea la difficoltà di tradurre alti principi in regole ed azioni concrete. “Utilizzando due efficaci espressioni possiamo sintetizzare queste criticità come ‘Impegni politici esitanti’ e ‘Scarsa integrazione tra i settori politici’”, si legge nel documento.
Partendo da queste premesse, le Regioni si soffermano su 9 temi ritenuti fondamentali:
- Revisione delle modalità di riparto del Fondo Nazionale Trasporti;
- Sviluppo delle Linee Guida per l'elaborazione dei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile;
- Mobilità elettrica;
- Uso carburanti alternativi;
- Sicurezza ferroviaria;
- Mobilità ciclistica e sicurezza stradale;
- Cicloturismo;
- Rinnovo del materiale rotabile;
- Mobilità sostenibile nella visione globale.
Fondo Nazionale Trasporti: servono più risorse
Il trasporto pubblico locale in Italia vale, oggi, circa 10 miliardi di euro, di cui la metà provengono dal Fondo Nazionale Trasporti per le Regioni a Statuto Ordinario. A questi vanno aggiunti, circa 1,4 miliardi da risorse regionali e degli Enti Locali, 1,1 miliardi provenienti dalle Regioni a Statuto Speciale e dalle Province autonome e circa 2,5 miliardi dai ricavi da traffico.
Ma, recita il documento, “l’entità del Fondo è significativamente sottodimensionata rispetto al fabbisogno, e ciò costringe le Regioni a individuare, faticosamente, nuove risorse per garantire i servizi programmati”.
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