La Commissione europea ha approvato il regime italiano di sostegno alle operazioni di ristrutturazione delle piccole e medie imprese tramite equity, 'quasi-equity' e sovvenzioni per un importo massimo di 10 milioni di euro per impresa.
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Dopo il via libera da parte di Bruxelles ai tre regimi italiani principalmente costituiti da incentivi alla ricapitalizzazione da parte di investitori privati, si compie un nuovo passo in avanti nell'ambito del quadro temporaneo degli aiuti di Stato: Bruxelles ha approvato il regime italiano da 10 milioni di euro, che prevede operazioni di ristrutturazione delle PMI tramite equity, 'quasi-equity' e sovvenzioni.
Nell'ambito del regime, il sostegno puo' essere fornito solo alle PMI in difficoltà, come definite dalle norme sugli aiuti di Stato, che detengono marchi storici di interesse nazionale o che svolgono attività economiche di importanza strategica. La decisione presa dall'esecutivo UE non copre il sostegno sotto forma di aiuti alla ristrutturazione per le grandi imprese.
Misure temporanee in materia di aiuti di Stato per l'Italia
- Aiuti di Stato: tre interventi, 6 miliardi di euro per le PMI
- Quadro temporaneo aiuti di Stato per agricoltura, foresta, pesca
- L'ok alle sovvenzioni per piccole imprese e autonomi
- "Regime ombrello" italiano da 9 miliardi per le imprese
- In cosa consiste il regime italiano
- Gli aiuti di Stato alle imprese in Friuli Venezia Giulia
- Campania: 70 milioni per agricoltura e pesca
Aiuti di Stato: tre interventi, 6 miliardi di euro per le PMI
Il regime italiano, approvato lo scorso 3 agosto, prevede tre interventi distinti per un totale di 6 miliardi di euro, destinati alle PMI più colpite dall’emergenza coronavirus, che in questo modo potranno far fronte ai problemi di liquidità e avere un accesso facilitato al credito.
L'obiettivo, ha spiegato la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, responsabile della Politica di concorrenza, è quello di "incentivare gli investitori privati per aiutare le aziende a far fronte alle carenze di liquidità che stanno affrontando a seguito dell'epidemia e a continuare la loro attività".
Lo schema di aiuti prevede:
- una prima sovvenzione associata a un credito d’imposta per gli investitori privati che garantiscono capitale alle società. Questi avranno diritto ad un abbattimento delle imposte fino al 20% dell’importo investito. In questo caso si aiuta sia la società che riceve l’investimento e sia l’imprenditore che può contare sullo sconto fiscale;
- in secondo luogo, per le società che procederanno con un aumento del capitale, un credito di imposta fino al 30% dell’importo del loro aumento;
- infine, un sostegno pubblico sotto forma di prestiti subordinati che potranno essere richiesti dalle società che, a causa del Covid-19, hanno subito una riduzione dei ricavi. Se il loro fatturato è sceso nel periodo marzo-aprile 2020 avranno accesso al credito se decideranno di procedere con un approvazione dell’aumento di capitale.
La Commissione ha riscontrato che gli aiuti a favore delle partecipate nell'ambito dei tre regimi sono in linea con le condizioni stabilite nel Quadro temporaneo. In particolare, nell'ambito delle prime due procedure di intervento, l'aiuto non supererà gli 800mila euro per impresa, eccezion fatta per le aziende nel settore agricolo primario e nel settore della pesca e dell'acquacoltura, dove si applicano rispettivamente i limiti di 100mila e 120mila euro per impresa.
Per quanto riguarda i prestiti subordinati, nel 2019 questi non potranno superare il 12,5 per cento del fatturato del beneficiario. Tutti gli aiuti, comunque, hanno una durata di tempo limitata ad uno specifico arco temporale: gli stessi possono essere elargiti entro la fine del 2020.
Quadro temporaneo aiuti di Stato per agricoltura, foresta, pesca
I tre regimi di aiuti fanno seguito ad altre misure autorizzate da Bruxelles. A seguito dell'ok della Commissione UE al regime italiano da 9 miliardi di euro, lo scorso maggio, è stato approvato lo schema italiano di sovvenzioni per le imprese attive nel settore agricolo, forestale, della pesca, dell'acquacoltura per 1,2 miliardi di euro.
Il regime di sostegno italiano verrà posto in essere attraverso sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili, vantaggi fiscali e di pagamento, riduzione o cancellazione del pagamento dei contributi sociali e previdenziali, cancellazione di debiti e altre agevolazioni di pagamento.
Gli aiuti saranno accessibili alle aziende di tutte le dimensioni attive in una serie di comparti: agricoltura, silvicoltura, pesca, acquacoltura e altri settori correlati come l'agro-turismo, la produzione e la commercializzazione di alimenti, la ristorazione e le fattorie didattiche.
Lo scopo del regime di sostegno è quello di soddisfare le esigenze di liquidità di queste società e di aiutarle a proseguire le loro attività durante e dopo la pandemia. Si stima che le agevolazioni andranno a beneficio di oltre mille attività imprenditoriali.
Per la Commissione UE il regime italiano risulta in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo. In particolare, l'aiuto non supererà i 100mila euro per impresa nel settore agricolo primario, i 120mila euro per impresa nel settore della pesca e dell'acquacoltura e gli 800mila euro per impresa in tutti gli altri settori ammissibili. Inoltre, ad eccezione delle micro e piccole imprese, le aziende che erano già in difficoltà al 31 dicembre 2020 non potranno beneficiare delle agevolazioni.
L'ok alle sovvenzioni per piccole imprese e autonomi
Lo scorso 9 luglio, invece, la Commissione UE ha risposto positivamente a un altro schema italiano di aiuti di Stato per 6,2 miliardi di euro.
L'iniziativa permetterà di offrire un ulteriore sostegno alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi, fornendo loro liquidità sufficiente per proseguire l'attività economica durante e dopo l'epidemia di coronavirus.
Nell'ambito di questo nuovo regime italiano di aiuti di Stato, il sostegno pubblico sarà concesso sotto forma di sovvenzioni dirette, a favore di tutte le aziende e i lavoratori autonomi di tutti i settori, tranne che in quello finanziario e nell'amministrazione pubblica.
L'importo individuale sarà calcolato come percentuale sulla differenza tra il fatturato registrato dai beneficiari ammissibili nell'aprile 2020 rispetto a quello nell'aprile 2019, con un minimo di mille euro per le persone fisiche e di 2mila euro per le imprese.
"Regime ombrello" italiano da 9 miliardi per le imprese
Il regime italiano da 9 miliardi di euro consentirà invece alle Regioni italiane, alle Province autonome, altri enti territoriali e alle Camere di commercio di fornire supporto alle aziende di tutte le dimensioni, compresi i lavoratori autonomi, le piccole e medie imprese (PMI) e le grandi aziende.
Questo intervento rappresenta il terzo step in tema aiuti di Stato UE, che vede alle sue spalle prima l'approvazione dello schema nazionale da 100 milioni di euro volto a sostenere le piccole e medie imprese del Belpaese, poi l'ok allo schema da 30 milioni di euro per aiutare le realtà imprenditoriali operanti in alcuni settori, dall'agricoltura alla pesca.
Per la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, "lo schema 'ombrello' consentirà aiuti alle imprese di tutte le dimensioni da parte delle Regioni, delle Province autonome, di altri enti territoriali e delle Camere di Commercio. Insieme ad altre misure, sosterrà le imprese italiane affinché continuino le loro attività in questo periodo difficile e preservino l'occupazione".
Il sostegno pubblico può essere concesso tramite:
- sovvenzioni dirette, garanzie su prestiti e tassi di interesse agevolati per prestiti;
- aiuti alla ricerca e allo sviluppo (R&S) relativi al coronavirus, volti alla costruzione e al potenziamento di strutture per lo sviluppo di test e prodotti quali medici, trattamenti e dispositivi di protezione correlati al Covid-19;
- sussidi salariali per i dipendenti per evitare licenziamenti durante l'epidemia di coronavirus.
Il regime di aiuti vuole sostenere le aziende che incontrano difficoltà a causa della perdita di reddito e liquidità risultanti dall'impatto economico dell'epidemia di coronavirus. In particolare, aiuterà le imprese a coprire i bisogni immediati di capitale circolante o le esigenze di investimento. Verranno anche promosse e sostenute la ricerca e la produzione di prodotti correlati al coronavirus.
In cosa consiste il regime italiano
Questo regime si inserisce in un quadro di aiuti di Stato più complesso che include una serie di agevolazioni per le imprese.
Tra queste c'è il sostegno alle PMI fornito dall'ISMEA sotto forma di garanzie di Stato sui prestiti per gli investimenti e per il capitale di esercizio o con sovvenzioni dirette sotto forma di rinuncia alla commissione applicabile alle garanzie concesse.
Possono essere concesse garanzie sui prestiti che coprono il 100% del rischio fino al valore nominale di: 100mila euro per impresa operante nel settore primario; 120mila euro per le imprese del settore pesca; 800mila euro per quelle operanti nei settori della silvicoltura o della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
In tutti gli altri casi le garanzie coprono fino al 90% del rischio legato ai prestiti; l'importo del prestito per impresa è limitato a quanto necessario per sopperire al fabbisogno di liquidità nel prossimo futuro. Le garanzie saranno concesse soltanto fino a dicembre 2020 con una durata massima di sei anni.
Anche per quanto riguarda le sovvenzioni dirette, l'aiuto non può superare 100mila euro per le imprese del settore primario, 120mila per quelle del settore pesca e 800mila per le imprese della silvicoltura o della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
In aggiunta a questi provvedimenti ci sono anche:
- prestiti pubblici agevolati alle imprese con tassi di interesse favorevoli alle imprese;
- garanzie per le banche che veicolano gli aiuti di Stato all'economia reale: tali aiuti sono considerati aiuti diretti a favore dei clienti delle banche e non delle banche stesse e sono forniti orientamenti per ridurre al minimo la distorsione della concorrenza tra le banche;
- assicurazione pubblica del credito all'esportazione a breve termine per tutti i paesi, senza che lo Stato membro in questione debba dimostrare che il paese interessato è temporaneamente "non assicurabile sul mercato";
- sostegno per le attività di ricerca e sviluppo connesse al coronavirus al fine di far fronte all'attuale crisi sanitaria, sotto forma di sovvenzioni dirette, anticipi rimborsabili o agevolazioni fiscali;
- sostegno alla costruzione e all'ammodernamento di impianti di prova per elaborare e testare prodotti (compresi i vaccini, i ventilatori meccanici, gli indumenti e i dispositivi di protezione) utili a fronteggiare la pandemia;
- sostegno alla produzione di prodotti per far fronte alla pandemia di coronavirus sotto forma di sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali, anticipi rimborsabili e garanzie a copertura di perdite;
- sostegno mirato sotto forma di differimento del pagamento delle imposte e/o di sospensione del versamento dei contributi previdenziali per i settori, le regioni o i tipi di imprese particolarmente colpiti dalla pandemia;
- sostegno mirato sotto forma di sovvenzioni salariali per i dipendenti alle imprese in settori o regioni che hanno maggiormente sofferto a causa della pandemia di coronavirus e che altrimenti avrebbero dovuto licenziare del personale.
Gli aiuti di Stato alle imprese in Friuli Venezia Giulia
Sul fronte delle misure regionali, invece, a seguito dell'ok della Commissione UE, lo scorso aprile, al regime nazionale da 50 milioni di euro per sostenere la regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, a fine giugno sono state approvate una serie di nuove misure.
Tra queste:
- un diverso metodo di calcolo dell'importo complessivo del prestito sulla base delle esigenze di liquidità,
- una diversa durata dei prestiti;
- diversi margini di rischio del credito.
Il sostegno è aperto alle imprese di tutte le dimensioni con un'unità operativa sul territorio regionale, ad eccezione di quelle attive nel settore agricolo, forestale, della pesca e dell'acquacoltura. Sono oltre 3mila le aziende che dovrebbero beneficiare di questo supporto.
Per la Commissione la misura è "necessaria, adeguata e proporzionata a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno Stato membro", e quindi in linea con il regime temporaneo degli aiuti di Stato.
Campania: 70 milioni per agricoltura e pesca
La Commissione europea ha anche approvato, lo scorso maggio, un regime di aiuti italiano da 70 milioni di euro a sostegno delle imprese attive nei settori dell'agricoltura e della pesca colpite dalla pandemia di coronavirus in Campania.
Il sostegno sarà erogato sotto forma di sovvenzioni dirette e sarà accessibile alle imprese di tutte le dimensioni, compresi i lavoratori autonomi, operanti nei settori dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura nel territorio della Campania. Lo scopo della misura, che dovrebbe sostenere oltre mille imprese, è soddisfare il fabbisogno di liquidità di queste aziende e aiutarle a proseguire le loro attività durante e dopo la pandemia.
Per Bruxelles il regime italiano è conforme alle condizioni stabilite nel quadro temporaneo. In particolare, gli aiuti non superano i 120mila euro per impresa operante nel settore della pesca e dell'acquacoltura e i 100mila euro per impresa operante nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli.
In conclusione, la misura è stata valutata come necessaria, adeguata e proporzionata a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno Stato membro, conformemente all'articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del TFUE e alle condizioni stabilite nel quadro temporaneo ed è stata approvata ai sensi delle norme dell'UE in materia di aiuti di Stato.
> Per approfondire: cosa prevede il decreto Cura Italia per agricoltura e pesca
photo credit: European Union 2020 / EC - Audiovisual Service/ photographer Lukasz Kobus